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Fara, una Iri 2 per i beni confiscati

Fara, una Iri 2 per i beni confiscati

Il loro valore supera i 30 mld, sono oltre 65 mila

ROMA, 09 aprile 2019, 11:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"L'enorme patrimonio accumulato con le confische dei beni della criminalità organizzata e delle mafie deve essere messo a frutto e gestito con criteri manageriali, come si farebbe con una azienda o un insieme di aziende, facenti capo ad un unico soggetto finanziario. Insomma, una vera e propria holding". A sostenerlo è Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes, intervenuto al convegno "Beni confiscati: razionalizzazione delle procedure di gestione e destinazione" a Roma. L'Eurispes stima che il valore dei beni confiscati alla criminalità e alla mafia superi i 30 miliardi di euro. Se si creasse una holding per la gestione di questo patrimonio, sarebbe in assoluto il soggetto con la più alta concentrazione di capitale in Italia.
    Secondo di dati forniti dall'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, alla fine del 2018, nei sistemi informativi risultano 65.502 beni confiscati e/o sequestrati nell'ambito di procedimenti giudiziario su tutto il territorio nazionale. Si tratta di aziende (4.759), beni finanziari (11.544), immobili (31,158), mobili (3.562), mobili registrati (14.479). Il Presidente dell'Eurispes ipotizza la nascita di una "Iri 2": "Si tratterebbe di una "Iri" con un "capitale" più alto del capitale sociale di Eni, Enel, Assicurazioni Generali, Intesa San Paolo, Poste Italiane e Leonardo messi insieme".
    Per il Presidente dell'Eurispes "l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha svolto, negli ultimi anni, un lavoro enorme, considerando la scarsità dei mezzi e del personale a disposizione. Ora, il Decreto Sicurezza si è fatto carico di potenziare l'organico dell'Agenzia con l'assunzione di nuovo personale. Tuttavia, gli importi delle confische richiedono oggi una complessiva gestione strategica che non soltanto si contrapponga simbolicamente al vulnus creato dalle mafie alle nostre società, bensì crei le condizioni per un riscatto morale ed una tenuta macroeconomica proprio dei tessuti finanziari, imprenditoriali e produttivi interessati negativamente dal fenomeno mafioso".
   

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