Oltre sessanta relatori, più di 320
ore frontali, un tirocinio finale per l'elaborazione di una tesi
da discutere: la teoria si integrerà con esperienze sul campo e
iniziative extra didattiche promosse e organizzate dalla rete
territoriale di Libera. Prende il via il Master in Analisi,
prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della
corruzione di Pisa, in collaborazione con l'associazione Libera,
che si trasforma e si fa in quattro. Da quest'anno infatti per
la prima volta a livello internazionale un Master interateneo
sui temi della corruzione e delle mafie, che mette insieme le
Università di Palermo, Napoli, Pisa (che resta la sede
amministrativa, alla sua nona annualità di esperienza) e Torino.
Il Master Interuniversitario di II Livello in "Analisi,
Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata e della
Corruzione-APC", partirà ufficialmente il 14 febbraio 2019, da
Torino, con la lectio magistralis di Luigi Ciotti presso la
Fabbrica delle E, sede del Gruppo Abele alle ore 16. Un percorso
di studio interdisciplinare che coinvolge docenti, giornalisti,
magistrati, forze dell'ordine, operatori sociali e
amministratori pubblici. Gli studenti avranno la possibilità di
affrontare quattro moduli tematici, uno per ciascun ateneo,
contando sulla residenzialità ma anche sulla possibilità di
fruire delle lezioni a distanza.
"Dopo nove anni- commenta Alberto Vannucci, professore
Scienza Politica Università di Pisa e ufficio di presidenza di
Libera- il primo master anticorruzione e antimafia italiano,
nato a Pisa grazie a Libera, si fa itinerante e da Torino fa
rotta verso sud passando per Pisa, Napoli, Palermo. E' un
segnale importante di condivisione, nella consapevolezza che la
conoscenza è precondizione di qualsiasi reazione istituzionale,
che il sapere critico è l'arma più potente contro mafiosi e
corrotti. Di qui un impegno assunto assieme a Libera dalle
quattro Università per l'elaborazione di un percorso formativo
congiunto, volto alla formazione delle coscienze e delle
competenze necessarie dei futuri "professionisti dell'etica".
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