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Alla Bocconi Prima Edizione del Festival del management

Alla Bocconi Prima Edizione del Festival del management

Tavole rotonde talk e laboratori interattivi, 2000 presenze

ROMA, 04 febbraio 2023, 16:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dopo il successo della prima giornata del Festival del Management, si sta svolgendo a Milano, all'Università Bocconi, che ha registrato oltre 2000 presenze con tantissimi giovani che hanno seguito tavole rotonde, talk e laboratori interattivi e incontri agli open dot sui temi di attualità, stamattina si è discusso anche di "Innovazione e Management degli Uffici Giudiziari" . La tavola rotonda è stata coordinata da Giovanni Canzio, Presidente Emerito della Corte di Cassazione e Roberto Vona, hanno partecipato Giuseppe Ondei (Presidente, Corte di Appello di Milano), Marco Maria Alma (Direttivo, Scuola Superiore Magistratura), Pierluigi Picardi (Presidente Tribunale, Napoli Nord), Antonio D'Amato (Consigliere togato uscente, CSM), Davide Galli (Direttore Generale, Unità di missione attuazione interventi PNRR, Ministero della Giustizia) e Innovazione e Management della sicurezza del lavoro (Coordinano Claudio Baccarani, Luigi Golzio, Federico Brunetti e Alessandra Mazzei in partnership con Aidea), Luigi Caroppo (già Dirigente stabilimento BTicino di Torre del Greco, Maestro del Lavoro, Console della Campania), Luigi De Santis (Organization & HRIS Manager, Angelini Farmaceutica), Giuseppe Bigonzi (Environment, Health & Safety Director, Angelini Farmaceutica), Simona Bargiacchi (Internal Communication, Cromology), Emanuela Diana (Safety Manager, Cromology).
    Innovazione e immissione della cultura e dei valori del management per migliorare il servizio giustizia a favore dei cittadini. Dunque come inserire e valorizzare la cultura manageriale negli uffici giudiziari. Questo il tema della tavola rotonda che si è svolta nell'ambito del primo Festival del Management svoltosi a Milano presso la Bocconi.
    In apertura dei lavori, il presidente emerito della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, ha sottolineato che "sotto il profilo giudiziario l'Italia è un Paese a macchia di leopardo.
    Pretendere l'autonomia della magistratura svincolata dalla professionalità e dello Stato di diritto non funziona. Il concetto che deve diventare predominante è quello della responsabilità". A giudizio di Canzio"la formazione dei magistrati, anche sotto il profilo manageriale, deve essere continua, non a spot. La transizione non è un punto, bensì una linea. Il Pnrr definisce un punto di partenza, poi occorre lavorare per arrivare al traguardo. Anche coinvolgendo l'avvocatura".
    Successivamente il professor Davide Galli, direttore dell'unità di missione per l'attuazione del Pnrr, ha spiegato che è in atto "un investimento nel capitale umano con persone a tempo determinato che producano innovazioni capaci di reggere anche quando concluderanno il loro rapporto di lavoro". Galli ha ricordato che nel Pnrr sono previsti 2 miliardi e 268 milioni di stanziamenti complessivi per assumere 8250 persone nell'ufficio per il processo. "La tabella di marcia prevede la riduzione dell'arretrato civile del 65 per cento (dicembre 2024) e 90 per cento in tribunale; del 55 per cento (dicembre 24) e 90 per cento (giugno) 2026 in Corte d'appello". Insomma l'obiettivo è prendere il meglio professionale dalla società, metterlo a lavorare per lo Stato e produrre risultati che poi rimangono anche quando il contratto è finito.
    Giuseppe Ondei, presidente Corte d'appello di Milano, ha spiegato che lo sforzo è "organizzare al meglio le poche risorse disponibili". Per questo il capo ufficio della Procura deve assumere una concezione manageriale al fine di formare anche gli organizzatori degli uffici e favorire "i flussi di lavoro e l'efficienza organizzazione senza per questo confondere l'ufficio giudiziario con un'azienda. Non bastano buoni magistrati per far funzionare la giustizia, serve anche organizzazione e cultura manageriale. L'organizzazione ha valore se produce risultati".
    Pierluigi Picardi si è soffermato sulla scarsità di risorse ricordando che il tribunale di Napoli nord che presiede, "non ha vere e proprie aule penali e deve gestire un milione di abitanti. Marano è il Comune più sciolto per mafia di Italia.
    C'è un magistrato ogni 11.500 abitanti. La cultura del management deve mirare all'organizzazione delle risorse a disposizione".
    Infine Marco Maria Alma, direttore della scuola superiore della magistratura ha paragonato la giustizia ad una nave: "C'è il motore che sono i sistemi telematici, e carburante fornito dal Ministero della giustizia. Ma il punto fondamentale è: come si forma un capitano? La nave può essere efficientissima ma non possiamo sottovalutare chi la deve guidare e come. Questo punto è il Calimero, il punto nero della giustizia italiana. Poco si è fatto nel passato ma poche sono anche le prospettive per il futuro. L'unico intervento per favorire la cultura del management degli uffici giudiziari sono dei "corsettini", piccoli corsi di formazione dei dirigenti della durata di 4-5 giorni. Con le nuove norme la durata è stata ampliata a tre settimane. Si sono fatte le norme senza assegnare adeguate risorse, non solo umane".
   

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