Il fisico soffre la malattia, ma in
compenso lo spirito sta benissimo. "Dopo 40 anni di lotte,
possiamo dirlo: sotto il profilo culturale, abbiamo vinto noi,
perché la maggioranza degli italiani non tornerebbe mai indietro
sotto il tema dei diritti". Così Franco Grillini, uno dei padri
del movimento omosessuale italiano, premiato in Comune a Bologna
con il Nettuno d'Oro, la massima onorificenza cittadina.
Fondatore di Arcigay, parlamentare e consigliere regionale,
attivista in prima linea contro l'Aids, per le famiglie di fatto
e per le unioni civili, Grillini ha ricevuto un abbraccio così
affettuoso che il sindaco Virginio Merola è stato costretto a
cambiare all'ultimo momento la sede della premiazione: nella
sala rossa, quella di solito destinata ai matrimoni, tutta
quella gente non sarebbe mai entrata, dunque per Grillini si
sono aperte le porte dell'aula del consiglio comunale.
"Quando mi hanno detto del premio, sono rimasto a bocca
aperta, emozionatissimo - ha spiegato -. Poi ho pensato che era
un riconoscimento a tutto il nostro movimento e soprattutto a
chi oggi non c'è più". Ad ascoltarlo sono giunti anche Monica
Cirinnà, la senatrice Pd che ha dato il nome alla legge sulle
unioni civili, Stefano Benni e molti esponenti delle
associazioni omosessuali italiane. Ma soprattutto tanti amici di
una stagione irripetibile, come Samuel Pinto, l'esule cubano che
fondò a Bologna a metà anni Settanta un circolo omosessuale,
molto prima del Cassero, la prima sede ufficiale mai data a un
movimento gay in Italia nel 1982: "Quel giorno cambiò tutto,
anche la storia della città - ha sottolineato Grillini -:
venivano da tutto il mondo a vedere quel posto che i comunisti
ci avevano dato".
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