"Abbiamo avviato un confronto
necessario a far uscire dall'isolamento i gestori dei beni
confiscati, con la consapevolezza che non bastano le norme, le
forze dell'ordine, le associazioni a sostenere queste realtà ma
occorre un coinvolgimento forte della società civile, che deve
sentirsi impegnata nella difesa di un patrimonio che le
appartiene e che può diventare fattore di crescita sociale ed
economica". Così il sottosegretario all'Interno, Luigi Gaetti,
nel corso di una visita a Crotone incentrata sul tema dei beni
confiscati alla criminalità organizzata. "I beni immobili e
quelli aziendali confiscati alle mafie possono costituire una
opportunità, sancita per legge, per il consolidamento e lo
sviluppo d'iniziative di imprenditorialità sociale, in
particolare nelle regioni del Sud Italia. Che le zone in
questione siano territori "difficili", non si può certo negare
ma la presenza di oggi ci dona la consapevolezza dell'importanza
del ruolo di ciascuno di noi per costruire una realtà positiva e
aiutare a vivere meglio la comunità locale, non lasciandola
sola. Era una presenza doverosa - aggiunte il Sottosegretario -
perché questi territori si stanno impegnando a dare segnali di
speranza, nonché volontà di invertire un ciclo rispetto alle
infiltrazioni criminali sul territorio. Il compito dello Stato è
quello di essere presente e di impegnare tutte le risorse
possibili per sconfiggere la criminalità che prosciuga ricchezze
dai territori, ma anche risorse umane, culturali, bellezza,
speranza e voglia di futuro. Oggi ne abbiamo avuto un esempio,
ma la strada ancora lunga".
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