(ANSA) - MILANO, 10 FEB - Per la difesa la ragazza "non era
in uno stato di alterazione" tale da "non poter esprimere il
consenso", come invece sostiene l'accusa, e la sua versione
presenta diverse discrepanze. Sono i punti centrali dei ricorsi
contro le misure degli arresti domiciliari presentati da
Federico Apolloni e Mattia Lucarelli, figlio dell'ex attaccante
del Livorno Cristiano, anche loro entrambi calciatori 23enni
arrestati il 20 gennaio per violenza sessuale ai danni di una
22enne americana. Presunto stupro di gruppo che risale alla
notte tra il 26 e il 27 marzo dell'anno scorso e per il quale
altri tre loro amici sono indagati.
Il ricorso di Apolloni è stato discusso stamani per quasi
un'ora e mezza davanti al Tribunale del Riesame di Milano
(collegio Pendino-Alonge-Ambrosino), che lunedì prossimo
tratterà in un'altra udienza anche quello di Lucarelli, sempre
difeso dal legale Leonardo Cammarata. Entro lunedì dovrà
arrivare la decisione per entrambi sulla richiesta di revoca dei
domiciliari, a cui il pm Alessia Menegazzo si è opposta
intervenendo in aula.
"L'accusa non è solida", ha spiegato l'avvocato ai cronisti,
chiarendo che "il tema si sposta sul piano scientifico: lo stato
di alterazione della ragazza", che quella sera aveva bevuto, "è
tutto da provare". La Procura avrebbe fatto notare che, pur
avendo effettuato le ricerche richieste, non è stato mai trovato
il 'famoso sesto video' (altri cinque sono agli atti) che
scagionerebbe gli indagati. La difesa ha depositato una foto che
mostra i due ragazzi e la studentessa abbracciati "alla fine
della nottata". Immagine che, per l'accusa, non cambia il quadro
della "sopraffazione" e delle violenze da lei subite, quando era
in un "evidente" stato confusionale. La Procura, come chiesto
dalla difesa, ha anche fatto tradurre e trascrivere di nuovo gli
audio in cui la ragazza parlava inglese. E ripeteva: "non
toccatemi".
Per la difesa, invece, le intercettazioni contenute
nell'ordinanza dimostrano "l'innocenza" dei giovani e non
possono essere poste alla base delle esigenze cautelari,
sostenendo che i due non avrebbero compreso il "disvalore" delle
loro azioni. (ANSA).
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