Alessandro Bergonzoni arriva al Parco
della Musica con due progetti: Trascendi e Sali, lo spettacolo
in programma il 6 e 7 dicembre nella Sala Petrassi
dell'Auditorium e TUTELA DEI BENI: CORPI DEL (C)REATO AD ARTE,
la performance che l'artista presenterà al Museo Aristaios l'8 e
9 dicembre.
"Trascendi e sali": un consiglio ma anche un comando o, forse,
una constatazione dovuta ad una esperienza vissuta o solo un
pensiero da sviluppare o da racchiudere all'interno di un
concetto più complesso. Perché in fin dei conti Alessandro
Bergonzoni in tutto il suo percorso artistico, che in questi
anni l'ha portato oltre che nei teatri, nei cinema e in radio,
nelle pinacoteche nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli
ospedali, nelle scuole e nelle università, sulle pagine di
giornali quotidiani e settimanali, nelle gallerie d'arte e nelle
piazze grandi e piccole dei principali festival culturali,
Bergonzoni dicevamo è diventato un "sistema artistico" complesso
che produce e realizza le sue idee in svariate discipline per,
alla fine, metabolizzare tutto e ripartire da un'altra parte
facendo tesoro dell'esperienza acquisita. E tutto questo ad un
autore che non ha rinunciato alla sua matrice comica, mai
satirica, aggiunge un'ulteriore, ovvia, complessità per il suo
quindicesimo debutto teatrale.
"Trascendi e sali" arriva infatti dopo "Urge" e "Nessi"
spettacoli che hanno inciso profondamente Bergonzoni, in tutti i
sensi, aprendogli artisticamente e socialmente strade sempre più
intricate e necessarie. Uno spettacolo dove il disvelamento
segue e anticipa la sparizione, dove la comicità non segue
obbligatoriamente un ritmo costante e dove a volte le radici
artistiche vengono mostrate per essere subito sotterrate di
nuovo. "Trascendi e sali"
come vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni
che, magari, riusciranno a scatenare le forze positive esistenti
nel nostro essere. Piuttosto che in avanti potrebbe essere,
artisticamente, un salto di lato a dimostrazione che a volte per
una progressione non è sempre necessario seguire una linea
retta. Dove la carta diventa forbice per trasformarsi in sasso,
dove il comico si interroga per confessare e chiedere e tornare
a indicare quello che evidentemente lui vede prima degli altri.
Forse dall'alto delle sue scenografie o nella regia condivisa
con Riccardo Rodolfi. Forse. Sicuramente. Sicuramente forse.
Dopo il debutto avvenuto nella Pinacoteca Nazionale di Bologna
all'interno di Art City 2015 e le repliche alla Pinacoteca di
Brera, alle Gallerie dell'Accademia di Venezia alla Galleria
Estense di Modena e agli Uffizi di Firenze, Alessandro
Bergonzoni riproporrà al Museo Aristaios dell'Auditorium Parco
della Musica di Roma l'installazione performativa "TUTELA DEI
BENI: CORPI DEL (C)REATO AD ARTE (il valore di un'opera, in
persona)", esposizione-proiezione-intervento sul tema della
tutela del 'corpo del (c)reato' anche come bene artistico.
L'intervento nasce da una riflessione dell'artista su custodia e
difesa dell'essere, dell'uomo nella sua bellezza, sacralità,
inviolabilità e, in questo caso specifico, quando la creazione
artistica è affidata alla cura dello Stato. La riproposizione di
questo evento al Museo Aristaios è nata dall'esigenza di mettere
in effettivo, reale e conseguente dialogo reperti della storia
dell'arte, con il simbolo di altre storie, altre immagini, che
sono comunque antropologicamente e spiritualmente arte. E per
chiedersi come dice Bergonzoni: "Che rapporto c'è tra Ministero
della Giustizia, dei Beni culturali, della Difesa e degli
Interni? Tra 'stato e stato d'animo, tra linea di confine e 'non
fine'? Qual è il collegamento tra bellezza e giustizia, tra
opere d'arte che raccontano l'uomo come opera sublime? Tra
Interni e interiori? Tra colpa e cultura? Danno e meraviglia?
Diritti e arti? Il fine è conservare e valorizzare le forme,
l'essenza e la consistenza nel suo insieme indiviso. Il tema,
quello della delicatezza della 'presa in carico', con tutte le
garanzie e le attenzioni di chi deve sovraintendere a questo
scopo. Siamo tutti visitatori che contemplano la beltà della
persona che resta comunque un'arte 'sacra', in ogni condizione
della vita e della storia; da difendere e proteggere, ad ogni
costo, dagli agenti esterni o da tutte le forme umane di
depauperamento che la violino, la sfregino o addirittura la
distruggano e la cancellino eternamente dal Museo Esistenziale
dell'Arte, sempre aperto al mondo."
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