"Sappiamo che l'80,9% delle donne
che subiscono molestie sul lavoro non denunciano ed è un aspetto
legato a questioni di vulnerabilità della vittima, non solo per
una questione di genere, ma anche e soprattutto per via dello
squilibrio di potere che si verifica sul luogo di lavoro". Lo ha
detto Francesca Di Muzio, avvocato del foro di Roma e docente di
Diritto penale alla Scuola di Specializzazione per le
Professioni Legali dell'Università di Macerata, al convegno a
Pescara "Discriminazioni e molestie: strumenti di prevenzione e
tutele", organizzato dalla sezione Abruzzo-Molise dell'Agi
(Avvocati Giuslavoristi italiani), in vista della 20/a Giornata
Internazionale contro la violenza sulle donne.
"Le donne sono scoraggiate dal denunciare, in primis perché
c'è una cultura del silenzio che è stata parzialmente svelata
negli ultimi anni incentivando le donne a non minimizzare questa
violenza subdola che si presenta in un caso su due sul posto di
lavoro - ha continuato Di Muzio nell'aula 'Alessandrini' del
Tribunale di Pescara - A livello penale il problema è anche
l'inquadramento di questo genere di situazioni: non abbiamo un
reato penale legato a molestie sessuali, ma varie fattispecie
penali sulle quali possiamo lavorare per incardinare un processo
a carico non solo del collega o del superiore gerarchico, ma
anche nei confronti del datore di lavoro, e in tal senso può
essere molto importante la costituzione dei centri anti-violenza
come parti civili".
Secondo Chiara Sabatini, vice presidente dell'Ordine degli
avvocati di Pescara, "il legislatore finora ha parlato molto, ma
ha fatto poco per affrontare il problema delle molestie e
discriminazioni sul lavoro, che riguarda da vicino tantissime
donne". Il convegno di oggi "è un'iniziativa che va premiata -
ha aggiunto Sabatini - anche per il coraggio di avere scelto un
argomento che non ha strettissima valenza tecnico-giuridica, ma
che è di grandissima importanza".
"E' particolarmente importante lavorare sui gruppi di persone
che l'articolo 28 del Testo unico salute e sicurezza considera a
rischio di discriminazione - ha detto Annalisa Rosiello,
avvocato del foro di Milano - in particolare per via dell'età,
del genere o della provenienza da altri Paesi, per tutelare la
loro salute, anche per prevenire le discriminazioni".
"Le molestie sul lavoro rappresentano un fenomeno carsico,
che non riusciamo a intercettare - ha sottolineato Tatiana
Biagioni, presidente di Agi Lombardia - Dalla mia esperienza,
sul piano legale, risulta molto importante istruire molto bene
la pratica, analizzare tutto ciò che è successo, trovare
testimonianze anche in maniera differente rispetto al normale ad
esempio prendendo come indizi i casi avvenuti, in situazioni
precedenti, ai danni di altre donne, perché molto spesso i
molestatori sono seriali, ma al tempo stesso agiscono al riparo
dalla presenza di altre persone".
"Nel giugno di quest'anno è stata approvata una convenzione
internazionale dall'Oil (Organizzazione internazionale del
lavoro) su molestie e violenza di genere sul lavoro, che dovrà
essere ratificata dagli Stati membri dell'Onu e introduce novità
interessanti" ha ricordato Fausta Guarriello, ordinario di
Diritto del Lavoro all'Università G. D'Annunzio di
Chieti-Pescara. "Le novità introdotte, che produrranno un
effetto anche da noi in materia di contrasto alla
discriminazione di genere, riguardano innanzitutto le tutele di
soggetti terzi come studenti o bambini a scuola, malati in
ospedale o clienti di un negozio. Inoltre c'è una grande
attenzione al lavoro nero, in particolare nel settore agricolo,
dove un po' dappertutto sono impiegati lavoratori immigrati e
dove si verificano violenze di genere che gli Stati dovranno
impegnarsi a contrastare".
Tra i relatori al convegno anche Luciana Criaco, presidente
di Agi Friuli Venezia Giulia; Lola Aristone, presidente di Agi
Abruzzo-Molise; Alessandra Genco, consigliera di Parità presso
la Regione Abruzzo; Annarita Mantini, procuratore aggiunto di
Pescara; Sara Di Giovanni, psicologa del Centro Antiviolenza
Ananke di Pescara.
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