Saper riconoscere e prevenire i primi
sintomi di una "dipendenza" da chat e social, per guidare i
ragazzi in un rapporto equilibrato con la rete. Polizia, Anci e
Società Italiana di Pediatria hanno messo a punto la guida 'In
rete con i ragazzi', una "cassetta degli attrezzi" sui rischi
connessi all'abuso del mondo digitale per genitori, insegnanti e
pediatri. Non solo bullismo, molestie, risse virtuali e revenge
porn. Anche piccoli disturbi fisici dovuti alle tante ore
trascorse davanti allo schermo.
"Prima di chattare e mettere like pensa", riassume il Capo
della Polizia Franco Gabrielli, presentando l'iniziativa a Roma:
"Cultura e responsabilità sono due parole magiche", ha detto
rivolto a studenti e insegnanti.
Da un ricerca condotta da Skuola.net su 10mila ragazzi tra i
9 e i 18 anni per il progetto - che vede la partecipazione di
Google e UniCredit Foundation - viene fuori che il 41% trascorre
più di 3 ore al giorno di fronte ad un dispositivo elettronico,
il 38% usa lo smartphone prima di addormentarsi e il 21% lo
accende appena apre gli occhi la mattina. Gli effetti negativi
sulla salute dovuti all'abuso di smartphone e tablet si
manifestano sotto forma di scarsa concentrazione (lo lamenta il
24% degli intervistati) e sensazione di bruciore agli occhi
(21%). Seguono dolori a collo e schiena (12%), insonnia (10%) e
disturbi dell'umore (7%). Solo 1 su 4 sostiene di non accusare
alcun sintomo. "Attenzione agli occhi, alla posizione, ai
disturbi del sonno", mette in guardia Alberto Villani,
presidente della Società Italiana di Pediatria: "piccoli fastidi
che da adulti possono dare problemi".
"Bisogna avere un atteggiamento equilibrato - ha detto il
presidente dell'Anci, Antonio Decaro -. Noi sindaci vogliamo
spiegare ai ragazzi che i social portano ad avere un
atteggiamenti scorretti con le persone che stanno dall'altro
lato dello schermo, con offese e improperi. E sono le stesse
persone che magari incrociate per strada non direbbero le stesse
cose". Un consiglio ai genitori viene dal direttore della
Polizia Postale, Nunzia Ciardi: "Non bisogna farsi intimidire
dal fatto che i ragazzi sono più bravi con le tecnologie. Dare
regole e consigli non è per forza connesso a una conoscenza
approfondita".
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