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Rischio inquinamento del mare ridotto con il sacchetto Mater-Bi

Scienza ne conferma biodegradabilità ed esclude effetti tossici

ROMA ANSAcom

Ogni rifiuto, per un principio ecologico, dovrebbe essere smaltito in modo corretto, anche le plastiche biodegradabili. Ma se in natura, e in particolare in mare, finiscono i sacchetti in Mater-Bi - quelli che si utilizzano ad esempio per pesare frutta e verdura nel supermercato - il rischio ecologico è senz'altro ridotto. La prova arriva da un programma di studi scientifici - curato da Novamont, gruppo industriale pioniere nella produzione di bioplastiche e che ha brevettato Mater-Bi - i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma.

Questi studi sono stati in parte svolti da Novamont nei propri laboratori e in parte commissionati ad alcuni enti di ricerca, e sono stati coordinati da Francesco Degli Innocenti, responsabile della funzione Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di Novamont. La ricerca sul sacchetto in Mater-Bi è stata sviluppata in tre ambiti: la biodegradabilità intrinseca marina (laboratori Novamont), la disgregazione in ambiente marino (Hydra) e l'ecotossicità rilasciata nei sedimenti per effetto della biodegradazione (Università di Siena).

In sintesi, il Mater-Bi "esposto a microorganismi marini si comporta in modo simile, per livello e tempistiche" ad esempio alla carta), ha spiegato Degli Innocenti, cioè "raggiunge alti livelli di biodegradazione" in un periodo di test inferiore ad un anno. Gli esperimenti sulla disgregazione del Mater-bi in ambiente marino condotti da Christian Lott, ricercatore dell'istituto tedesco di ricerca e documentazione di biologia marina Hydra Marine Sciences hanno dimostrato che il tempo per una completa sparizione dei sacchetti in Mater-Bi è fra meno di quattro mesi a poco più di un anno, a seconda della natura dei fondali presi in considerazione. Infine, i test di ecotossicità compiuti su alghe unicellulari (Dunaliella tertiolecta), riccio di mare (Paracentrotus lividus) e spigola (Dicentrarchus labrax) hanno escluso effetti tossici.

Degli Innocenti ha spiegato che "tutti i prodotti devono essere raccolti e riciclati, compresi quelli biodegradabili in Mater-Bi, che devono essere recuperati sotto forma di compost insieme ai rifiuti di cucina. Niente deve essere abbandonato né in suolo né in mare in maniera irresponsabile, perché questo crea comunque un rischio ecologico potenziale. La biodegradabilità intrinseca dei prodotti in Mater-Bi - ha aggiunto - rappresenta un fattore di mitigazione del rischio ecologico che non deve diventare messaggio commerciale ma ulteriore elemento di valutazione del profilo ambientale dei prodotti biodegradabili".

Gli esperimenti di disgregazione dei sacchetti compostabili per frutta e verdura Mater-Bi in ambiente marino sono stati condotti da Christian Lott, ricercatore dell'istituto tedesco di biologia marina Hydra nella base all'Isola d'Elba dell'istituto mentre lo studio sull'ecotossicità è stato condotto dalle docenti Maria Cristina Fossi e Silvia Casini nel laboratorio Biomarkers e Impatto Plastiche del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell'Ambiente dell'Università degli Studi di Siena. Tutte queste analisi sono state possibili grazie alle attività pionieristiche introdotte dal consorzio di ricerca Open-Bio presieduto da Ortwin Costenoble dell'Istituto di standardizzazione olandese Nen e finanziato dalla Commissione Europea, che ha messo le basi per lo sviluppo dei metodi di prova marini e la successiva standardizzazione.

"Quello che sta accadendo al mare a causa della plastica è sotto gli occhi di tutti e occorre un impegno congiunto del mondo della ricerca e dell'impresa per fronteggiare il degrado ambientale che coinvolge l'intero Pianeta" ha detto Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, aprendo i lavori con una borraccia in metallo, simbolo contro le bottigliette d'acqua di plastica. "Non dobbiamo dimenticare che l'unica strada per una crescita sostenibile è il passaggio ad un'economia circolare in cui il rifiuto diventa risorsa, ma soprattutto ricordiamo che ognuno di noi è chiamato ad un comportamento responsabile e consapevole delle conseguenze di ogni singolo gesto. Smaltire, dunque, correttamente e non disperdere alcun tipo di rifiuto nell'ambiente è un imperativo categorico".

In collaborazione con:
Novamont

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