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Elettricità: Gse, 1/3 consumi da rinnovabili, giù incentivi

Crippa, a breve nascita osservatorio Mise su povertà energetica

Roma ANSAcom

La sostenibilità diventa sempre più una parola chiave, soprattutto in campo energetico. A dimostrarlo è il fatto che nel 2018 la produzione di energia da fonti rinnovabili è aumentata, il netto degli incentivi in bolletta è sceso di circa un miliardo (da 12,5 a 11,6 mld) e si sono risparmiati 45 milioni di tonnellate di Co2, attivando investimenti "green" per 2,6 miliardi. Nello scorso anno, l'Italia ha raggiunto il 18,1% del fabbisogno energetico totale da rinnovabili e oltre un terzo dei consumi di energia elettrica (il 34,4%) è stato coperto da impianti di produzione a fonti rinnovabili: ciò significa che ogni 10 kWh prodotti in Italia, più di 3 sono verdi. La fotografia del settore è quella scattata dal Rapporto Attività 2018 del Gestore dei Servizi Energetici, illustrato a Roma alla presenza di rappresentanti di grandi imprese, autorità di regolazione, istituzioni, enti di ricerca e del sottosegretario al Mise, Davide Crippa, secondo il quale "il Gse è uno strumento di supporto fondamentale per le attività e le sfide del piano energia e clima".

Il settore dell'energia "deve occuparsi della povertà energetica", ha poi sottolineato il sottosegretario annunciando per questo motivo l'istituzione di un osservatorio sulla povertà energetica. "Nei prossimi giorni inviteremo istituzioni e autorità al Mise per ragionare sulle modalità di organizzazione e gestione dell'osservatorio", ha aggiunto specificando che si tratta di una sfida importante e che "con il Gse su questo tema avremo molto da lavorare".

Tornando alla sostenibilità, secondo il Rapporto, nel 2018 le attività del Gse hanno consentito di destinare alla sua promozione "circa 15,4 miliardi di euro, di cui 11,6 miliardi per l'incentivazione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili, 1,7 miliardi ascrivibili all'efficienza energetica e alle rinnovabili termiche, 600 milioni relativi ai biocarburanti e 1,4 miliardi riconducibili ai proventi derivanti dall'Ets (Emission Trading Scheme)". I numeri del studio "sottolineano l'importanza dell'azione del Gse a sostegno e nella promozione della sostenibilità ambientale in Italia", ha commentato l'amministratore delegato, Roberto Moneta, aggiungendo che "per raggiungere gli obiettivi al 2030 sarà importante avere il contributo di tutti".

Il Gse - ha continuato l'ad - "è ora impegnato a garantire alle Amministrazioni pubbliche e agli operatori il pieno supporto e l'assistenza all'accesso ai meccanismi incentivanti, al fine di rendere possibile la transizione energetica già in atto". Nel sottolineare la rilevanza delle attività svolte dal Gse nel corso dell'ultimo anno, il presidente Francesco Vetrò, ha poi ricordato che il Gestore "nello svolgimento del suo ruolo istituzionale, mette a disposizione anche del sistema produttivo il proprio patrimonio di conoscenze, competenze e dati, al fine di rendere più evidenti le opportunità di investimento nell'ambito delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dal Pniec". Un dialogo aperto e un coinvolgimento attento di tutti gli attori del settore energetico, ha concluso Vetrò, "sono fondamentali affinché il Gse possa assolvere al ruolo di propulsore per lo sviluppo sostenibile del Paese, fornendo un essenziale apporto collaborativo ai decisori pubblici e alle istituzioni al fine della definizione e della attuazione di politiche mirate alla riuscita del processo di transizione energetica".

La pensa allo stesso modo anche il presidente di Snam, Luca Dal Fabbro, che intervenendo alla presentazione del Rapporto ha spiegato come Gse abbia avuto in questi anni e continuerà ad avere "un ruolo da pivot nel delineare gli strumenti e le modalità della transizione energetica, dobbiamo difendere l'istituto e dargli la possibilità di aiutare gli operatori sempre meglio".

Sull'efficienza energetica, "resta fondamentale, a prescindere da tutto, il mantenimento di un tono adeguato degli investimenti". A farlo notare è il presidente dell'Arera, Stefano Besseghini, aggiungendo che per raggiungere gli obiettivi che l'Italia si è preposta in questo campo "quello che non dobbiamo fare è cercare di seguire il particolare nel generale. I sistemi complessi non si presidiano mai con un singolo soggetto, ma con un coro che ne governa i diversi aspetti, sapendo di costruire un percorso definito".

In collaborazione con:
Gse

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