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Imprese green, campagne di comunicazione per le nuove opere

"E serve anche il coinvolgimento dei cittadini nei progetti"

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 27 OTT - In Italia c'è un'opposizione popolare preconcetta alle grandi opere, di qualunque tipo siano, e c'è una burocrazia troppo lenta per le autorizzazioni. E visto che la transizione ecologica ha bisogno di nuovi impianti, servono da un lato semplificazione burocratica, dall'altro campagne di comunicazione e il coinvolgimento dei cittadini ai progetti, per superare la diffusa sindrome nimby. E' questo il messaggio che è uscito oggi dalla seconda e ultima giornata degli Stati generali della green economy, alla fiera Ecomondo di Rimini.

"Va fatta una grande campagna di comunicazione sui vantaggi dell'elettrificazione - ha detto l'amministratoire delegato di Enel Italia, Carlo Tamburi -. La gente deve capire che è conveniente. La campagna 'il metano ti dà una mano' ci ha influenzati per 50 anni. Ora è tempo di una cosa simile per l'elettrificazione. Va portata nella testa degli italiani".

"Quello che ci preoccupa - ha osservato l'ad di A2A, Renato Mazzoncini - è che sembra che gli italiani abbiano un'intolleranza a qualsiasi tipo di infrastruttura. Non c'è la consapevolezza nell'opinione pubblica della necessità di costruire nuove infrastrutture, in particolare per l'elettrificazione".

Alessandro Russo, ceo del gruppo Cap, ha spiegato che "economia circolare vuol dire impianti da realizzare. Per costruire un inceneritore di fanghi di depurazione vicino a Milano, abbiamo formato un comitato con i cittadini, un 'residential advisory board'. Non siamo andati coon un progetto, ma con un'idea. Loro ci hanno fatto delle proposte, e siamo arrivati a un progetto condiviso".

Tutti i manager hanno ribadito che, indipendentemente dai fondi del Pnrr, il problema per loro non è trovare capitali: "E' l'ultimo dei problemi per l'economia circolare - ha detto Mazzoncini -. La somma degli investimenti dei privati in questo settore è monstre. Quello che serve sono le autorizzazioni". Per Gianni Armani, ad di Iren, "non sono le risorse che mancano: manca la capacità del paese di mettere a terra gli investimenti". (ANSA).

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