Quotidiano Energia - E’ l’ennesimo grido d’allarme per il sostanziale stallo del fotovoltaico quello lanciato oggi da Italia Solare, che questa volta arriva però in piena escalation dei prezzi dell’energia rendendo palese – secondo l’associazione – “gli errori del passato”.
“Abbiamo dormito dal 2014 ad oggi e ora ne paghiamo il prezzo”, ha lamentato il presidente Paolo Rocco Viscontini aprendo ieri il Forum di due giorni di Italia Solare, ricordando che i 17,7 GW FV installati tra il 2009 e il 2013 hanno contribuito a ridurre i prezzi medi dagli 86,6 €/MWh del 2008 ai 51,8 €/MWh del 2014.
Viscontini ha fornito i dati del nuovo report sul solare dell’associazione, che d’ora in poi sarà pubblicato trimestralmente, dal quale emerge un raffronto impietoso con gli altri Paesi Ue: se in Italia sono stati installati 750 MW nel 2020 e si resterà intorno a 1 GW quest’anno, la Germania è ormai sopra i 5 GW annui e Spagna e Olanda sopra i 3 GW.
Quanto ai sistemi di accumulo, ne sono in funzione in Italia circa 60.000 per un totale di 510 MWh. In questa luce, l’associazione, che ha raggiunto i 656 soci grazie a 192 nuove adesioni nel 2021, ha avvertito il pericolo di possibili interventi retroattivi sui conti energia, come ventilato nella memoria 486/2021/I/Com di Arera del 9 novembre. “Sarebbe il secondo intervento retroattivo sui conti energia, quello del 2014 del Governo Renzi è servito solo a perdere credibilità nei confronti degli investitori”, ha avvertito Viscontini, che ha criticato anche il dibattito sul nucleare con riferimento alle affermazioni del titolare del Mite Roberto Cingolani. “Il nucleare oggi non c’è eppure è sempre sulla bocca dei politici e dei ministri: non abbiamo bisogno di ricercatori nei ministeri ma di ministri che amministrino l’urgenza e diano soluzioni immediate ma anche con una visione”, ha stigmatizzato.
Di qui una serie di richieste, a cominciare appunto da un tavolo mensile sul Pniec tra Mite e operatori. “Non riusciamo ad avere un dialogo con il Mite”, ha detto Viscontini, che per il FV residenziale chiede detrazioni fiscali strutturali con sconto in fattura e cessione del credito e l’abolizione dell’asseverazione dei prezzi e del visto di conformità oltre una certa soglia, nonché fondi di garanzia per facilitare il finanziamento delle comunità energetiche.
Nel settore commerciale e industriale si dovrebbe invece puntare decisamente sul credito d’imposta, “lo strumento più semplice e rapido per aiutare le imprese a ridurre i prezzi dell’energia”, mentre per i grandi impianti la priorità sono la definizione degli obiettivi regionali e delle aree idonee, accanto a una revisione della Pas, all’avvio della commissione Via e a un’evoluzione delle ispezioni del Gse “dall’attenzione ai dettagli formali alla sostanza dell’energia abilitata alle tariffe”.
Viscontini è intervenuto inoltre sulla tassonomia Ue (“un paradosso far rientrare gas e nucleare”), sull’integrazione delle Fer nel sistema elettrico (“urgente definire i servizi ancillari e avere trasparenza delle informazioni”) e sul capacity market, disegnato “considerando zero l’incremento delle Fer negli anni a venire” e quindi con “il rischio di sovracapacità con uno spreco di soldi che potevano essere usati per gli accumuli”. In tema di aste Fer, si auspicano “canali preferenziali per FV con accumulo adeguatamente remunerato”, mentre servirebbero “tariffe dinamiche e superamento del Pun per aiutare i Ppa”.
Italia Solare ritiene altresì opportuno “il coinvolgimento di un ente terzo per l’elaborazione di fabbisogni e scenari alla base dei nuovi provvedimenti”, al fine di evitare “conflitti”.
Conflitti che riguarderebbero anche le “aziende partecipate con concessioni”. I ricavi derivanti dalle concessioni, ha affermato Viscontini, “devono rimanere nelle reti e non possono essere utilizzati per fare concorrenza ad aziende private e per acquistare società terze in settori in concorrenza con le aziende private”. Anche perché “non è mai opportuno che chi fa le regole e dovrebbe essere abilitatore abbia un ruolo nel mercato”.
Infine il capitolo Pnrr, che avrebbe potuto essere – ha detto Viscontini – “una grande opportunità per avere produzioni di componenti FV finalmente in Italia”, ma che invece ha visto i fondi “assegnati senza trasparenza e senza gare pubbliche”.