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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Appello di 8 Stati Ue: “Gas indispensabile per la transizione”

“Il Green deal non penalizzi la competitività, sfruttare sinergie con le Fer, tenere conto delle differenze tra regioni e della crisi Covid-19” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Il ruolo del gas resterà importante anche nella transizione e il Green deal europeo dovrà perciò evitare di penalizzare il settore per non “ostacolare la competitività dell’economia, la stabilità e la sicurezza degli approvvigionamenti e forniture di energia a industrie e famiglie a prezzi accessibili”. E’ l’appello lanciato da 8 Stati dell’Europa dell’est e sud-orientale alla Commissione europea, in vista della definizione dei vari dossier del Green deal e in particolare della strategia per la Sector Integration che sarà presentata a giugno e del regolamento delegato sulla tassonomia la cui adozione è prevista entro fine anno.


Gli 8 Paesi - Bulgaria, Cechia, Grecia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria – spiegano che “gli Stati membri Ue e le loro regioni sono molto diversi e la politica Ue in materia di energia e clima deve perciò riconoscere tali differenze, consentendo l’attuazione di soluzioni ‘su misura’ per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050”.

In una lettera con acclusa posizione comune indirizzata ai vice-presidenti della Commissione responsabili per il Green deal e per l’Economia, Frans Timmermans e Valdis Dombrovskis, e alla commissaria all’Energia Kadri Simson, si sostiene che “un sistema tutto Fer non può essere introdotto dall’oggi al domani e risulterebbe comunque più costoso rispetto a una soluzione combinata elettricità-gas”. In aggiunta, al momento “mancano ancora tecnologie a emissioni zero per la decarbonizzazione, che dovranno essere sviluppate su vasta scala per raggiungere costi socialmente ed economicamente accettabili”.

Occorre quindi puntare sul gas, che nella generazione elettrica può da un lato sostituire il carbone con effetti positivi sul clima e la qualità dell’aria e, dall’altro, bilanciare la produzione Fer. In aggiunta, le infrastrutture gas possono ospitare con investimenti molto ridotti biometano e gas decarbonizzati e fungere da stoccaggio per l’energia da Fer.

Le infrastrutture gas, sostengono gli 8 Paesi, sono “uno dei fattori abilitanti della transizione” e occorre pertanto “rafforzare l’integrazione settoriale per permettere un utilizzo ottimale del potenziale di tutte le tecnologie e limitare il rischio di stranded asset”.

Tuttavia, avverte la lettera, “il potenziale dell’integrazione tra i settori elettricità e gas sarà pienamente sfruttato solo con un quadro normativo chiaro e stabile a supporto della modernizzazione e del riutilizzo delle infrastrutture esistenti”. Considerato poi che lo sviluppo accelerato delle Fer richiede ingenti investimenti nelle reti elettriche ma anche nelle infrastrutture gas, queste ultime “dovranno essere adeguatamente mantenute (incluse le modifiche per l’immissione nei gasdotti di gas low-carbon) e ulteriormente sviluppate, con investimenti che non possono essere soggetti a trattamento discriminatorio né dal punto di vista dei finanziamenti Ue né della tassonomia”. Gli operatori del gas, insomma, “devono avere lo stesso accesso al capitale di quelli elettrici”.

In dettaglio, gli 8 Stati chiedono a Bruxelles “un quadro abilitante, fondi strutturali e prestiti”, anche per “lo sfruttamento delle risorse interne della Ue di gas naturale e altri combustibili gassosi”.

La pandemia di Covid-19, conclude la lettera, “avrà un impatto significativo sull’economia e sugli investimenti sia nell’Unione europea che nel resto del mondo”. Il Green deal dovrà essere di conseguenza improntato “al pragmatismo e alla massima efficacia in termini di costi, sfruttando tutte le sinergie tra le soluzioni disponibili”.

La lettera e la posizione comune degli 8 Paesi sono disponibili in allegato sul sito di Quotidiano Energia.