Quotidiano Energia - Durante il lockdown le concentrazioni di NO2 (biossido di azoto) nelle principali città lombarde si sono ridotte fino al 30%.
Lo rivela un dossier elaborato da Rse (Ricerca sul sistema energetico) che ha voluto approfondire gli effetti sulla qualità dell’aria nel territorio milanese e lombardo nel periodo febbraio-marzo 2020. Una delle conclusioni della ricerca, elaborata tenendo conto delle variabili meteorologiche e utilizzando modelli matematici per le simulazioni, è che per ottenere risultati significativi nel contenimento delle emissioni di biossido di azoto c’è bisogno di una riduzione del traffico veicolare almeno del 70%. Una percentuale che è stata effettivamente raggiunta nel periodo di maggiori restrizioni per l’epidemia da Covid-19.
La riduzione della mobilità ha determinato un calo significativo nella concentrazione modellata, con valori inferiori ai 40 μg/m3. Le riduzioni in termini assoluti sono generalmente superiori ai 10 μg/m3, nella città metropolitana di Milano e aree adiacenti, con massimi superiori ai 20 μg/m3.
Nei centri urbani si è dunque osservata una riduzione progressiva delle emissioni. Nella prima settimana di marzo, la percentuale è stata del 3-6%. Nella seconda, la forbice è passata al 13-24%, raggiungendo il 20-35% nella terza settimana (16-22 marzo), rivela Rse che per questo studio ha preso in considerazione i dati sul biossido di azoto, annunciando però che “in prospettiva si sta già lavorando per poter considerare l’impatto anche sul particolato atmosferico (PM10 e PM2.5), molto presente nel contesto lombardo e altrettanto impattante sulla qualità dell’aria”.
Dall’immagine è infatti possibile osservare il confronto fra le concentrazioni medie settimanali di NO2 calcolate dal modello CAMx per i due periodi 24/02-01/03 (sopra) e 23/03-29/03 (sotto) nella situazione “Business as usual” (a sinistra) e “lockdown” (destra).
Secondo i dati Arpa Lombardia il traffico stradale è la principale fonte emissiva di ossidi di azoto (Nox): il 51% su base annuale in Regione e il 65% nella città metropolitana di Milano.
Per il dossier “le strategie per il contenimento degli inquinanti devono essere fondate su una sostanziale riduzione della mobilità nel suo complesso e non attraverso provvedimenti spot o confinati entro porzioni limitate di territorio”, favorendo contestualmente modalità di trasporto alternative e l’uso dei veicoli elettrici.