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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Decarbonizzazione trasporti nei Pniec, solo Italia e Finlandia promosse

Studio Farm Europe: "Mancano strategie chiare e valutazioni costi/efficacia delle varie opzioni" (Articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Le misure indicate nelle bozze dei Piani energia-clima non permetteranno di centrare gli obiettivi di decarbonizzazione del settore trasporti al 2030, con le uniche eccezioni di Italia e Finlandia. E’ la conclusione di un studio di Farm Europe, che ha messo sotto la lente i 28 Pniec che dovranno essere finalizzati entro la fine dell’anno.
Il think tank specializzato nelle questioni agricole, energetiche e ambientali ricorda che nell’ultimo decennio i trasporti non sono riusciti a tenere il passo con la decarbonizzazione della generazione elettrica e del riscaldamento/raffrescamento, tanto che la loro quota sul totale delle emissioni del settore energia è salita dal 15% del 1990 all’attuale 25%. Ma invece di concentrare gli sforzi sul comparto più arretrato, stigmatizza Farm Europe, la maggiore parte dei Pniec non contiene una strategia chiara e coerente e, soprattutto, un calcolo dei costi/efficacia delle varie azioni proposte.
Proprio il costo della riduzione delle emissioni del comparto trasporti è infatti, secondo il Farm Europe, “la metrica finale per valutare se una politica è efficace o meno”, poiché “la logica e la storia mostrano che quando i piani falliscono a causa delle proteste popolari (come avvenuto in Francia con i gilet gialli), a beneficiarne sono i combustibili fossili”.
Dall’analisi delle bozze dei Pniec emerge che solo Finlandia e Italia hanno incluso “un piano per i trasporti chiaro e coerente in cui tutte le tecnologie rinnovabili sono state considerate”.
Nessun Pniec, tuttavia, contiene un calcolo preciso dei costi di abbattimento delle emissioni e tantomeno una graduatoria delle varie opzioni di decarbonizzazione sulla base dei costi. Anche qui fanno meglio degli altri Italia e Finlandia, limitandosi però a fornire “alcune indicazioni”.
L’Italia - assieme ad altri 14 Paesi - è invece bocciata per non aver svolto un’adeguata consultazione sul Pniec, ritenuta dal think tank estremamente importante per definire “piani adeguati e attuabili ben accolti e compresi dagli operatori e dai cittadini”.
In mancanza di dati nazionali sui costi della decarbonizzazione dei trasporti, Farm Europe ha svolto un calcolo sulla scorta della letteratura disponibile, giungendo alla conclusione che la spesa media per la riduzione di una tonnellata di CO2 nel settore è superiore ai 500 €: “Ben oltre rispetto a quella di altri comparti energetici, in cui i 100 €/ton CO2 sono ormai un livello normale”.
A livello di Paese, si va dai 225 €/ton CO2 della Finlandia ai 772 €/ton CO2 di Cipro, Portogallo e Svezia, con l’Italia in settima posizione a 406 €/ton CO2.
La metodologia utilizzata, che integra quella messa a punto quest’anno da Ecofys, calcola un costo di abbattimento delle emissioni nel 2020 di 155 €/ton CO2 nel caso di utilizzo dell’etanolo, di 187 €/ton CO del biodiesel, di 209 €/ton CO2 del biometano, di 327 €/ton CO2 dei biofuel avanzati e di 772 €/ton CO2 dei veicoli elettrici. La mobilità elettrica resta tra le opzioni più care anche all’orizzonte 2030, nonostante costi in discesa fino a 228 €/ton CO2.
Lo studio avverte nel complesso “la necessità di profonde revisioni nei Pniec finali per avere la possibilità concreta di decarbonizzare il settore dei trasporti al 2030 in modo efficiente dal punto di vista dei costi”. Nondimeno, “la comunicazione della Commissione europea non ha sollevato alcuna significativa obiezione o raccomandazione per cambiamenti strutturali in nessuno dei Pniec, limitandosi ad invitare in via generale a una maggiore ambizione”. Di conseguenza, l’esecutivo comunitario “ha nei fatti approvato la parte delle bozze dei Pniec relativa alle politiche per i trasporti”.
Ma attenzione, conclude Farm Europe, perché “se nel prossimo decennio la Ue ignorerà ancora il settore dei trasporti, non avrà alcuna possibilità di rispettare gli obblighi dell’Accordo di Parigi”.