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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Eolico off shore nei Mari del Nord il potenziale dei progetti ibridi

Lo studio della Commissione europea (articolo di e7 settimanale QE)

La spinta verso la decarbonizzazione e l’avanzata delle rinnovabili stanno provocando una fase di profondo cambiamento nel sistema energetico europeo. In questo contesto, l’eolico offshore si sta ritagliano un ruolo sempre più importante.

L’Unione europea (come Commissione e singoli Stati membri) ha messo in campo una serie di misure per aumentare la quota di energia prodotta da Fer con percentuali sempre più rilevanti dedicate all’eolico offshore. Tuttavia, come mette in evidenza il report “Hybrid projects, how to reduce costs and space of offshore development: North Seas offshore energy clusters study” della Commissione, per centrare gli obiettivi fissati, le risorse offshore esistenti dovrebbero essere sviluppate “in modo efficiente” in termini di costi e in modo sostenibile così da sfruttare a pieno il vasto potenziale eolico del Mare del Nord.

Lo studio indica i cosiddetti “progetti ibridi” eolici come la principale soluzione da adottare con un potenziale stimato in oltre 365 GW al 2030.

Questo tipo di tecnologia, infatti, è in grado di combinare attività di generazione e trasmissione offshore, che invece operano convenzionalmente come entità separate. Questa soluzione consente agli impianti di collegare diversi progetti e fornisce una piattaforma per il coordinamento tra i diversi Paesi in cui si trovano  gli impianti.

Tali progetti hanno diversi vantaggi rispetto ai progetti offshore “convenzionali”. Sono più economici, occupano meno spazio e potrebbero fare da apripista a un futuro sistema energetico integrato nella regione del Mare del Nord.

Per andare in questa direzione – indica il rapporto – vanno osservati gli impatti dell’utilizzo di questi sistemi. Vengono, infatti, valutati 18 potenziali progetti ibridi da realizzare trasformando strutture convenzionali già operativi nei Paesi Ue affacciati sul Mare del Nord.

Nelle oltre 370 pagine del report vengono valutati cinque progetti definiti “maggiormente fattibili” in termini di spese in conto capitale, spese operative delle strutture una volta realizzate e impatto socio-economico sulle aree circostanti. Lo studio rileva che i cinque progetti mostrano un risparmio potenziale sui costi che può arrivare fino al 10%, vale a dire, fino a 2.500 milioni di euro.

Il problema è che questi nuovi progetti eolici devono fare i conti con ostacoli legati ad aspetti legali e normativi o con problematiche che potrebbero determinare una sproporzione tra costi e benefici attribuibili ai diversi Paesi coinvolti.

Per affrontare tali criticità lo studio propone una serie di misure da adottare e raccomandazioni sull’attuazione dei futuri progetti ibridi, aprendo così la strada a un sistema energetico europeo “a prova di futuro”. Tra questi, viene suggerito, bisognerebbe sviluppare sistemi legali in grado di “garantire la sicurezza degli investitori”, trovare risorse pubbliche per progetti pilota, creare condizioni in cui i vantaggi vengono condivisi dai Paesi coinvolti.