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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Piano energia-clima: “Osservazioni da oltre 200 soggetti, elaborazione dati entro maggio”

Crippa (Mise) alla presentazione del Rapporto Gse 2018: “Nei prossimi giorni istituzioni e autorità al Mise per Osservatorio povertà”. Besseghini (Arera): “Non perseguire interessi particolari a detrimento di quelli generali”. Mori (EF): “Lavoriamo insieme per il capacity market, non c’è un piano B”. Bertini (Enea): “Avviati assessment regionali del Pniec” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Sono 207 i soggetti che hanno partecipato alla consultazione sul Pniec. Lo ha detto oggi il sottosegretario Davide Crippa nel corso della presentazione del Rapporto sulle attività Gse del 2018, precisando che il 44% sono cittadini e il 56% organizzazioni (imprese, associazioni etc).

Le risposte arrivate sono in tutto 3.491, per il 46% concentrate su tre tematiche: Fer elettriche, grandi impianti, sicurezza e infrastrutture, Fer termiche ed efficienza energetica. Tra le domande, quelle che hanno riscontrato maggiore interesse in termini di numero di commenti ricevuti sono state quella sulla diffusione dell’autoconsumo e delle comunità energetiche e quella sull’integrazione delle Fer negli edifici.

Hanno inoltre partecipato, su invito del Mise, 30 soggetti esperti di aziende e associazioni di categoria. Il 45% delle 485 risposte fornite si concentra su trasporti e Fer elettriche. Delle 49 domande quella che ha riscontrato il maggiore interesse riguarda le misure necessarie per rinnovare il parco veicolare privato e promuovere la diffusione della mobilità elettrica.

Il ministero, ha detto Crippa, sta lavorando ora all’elaborazione dei dati, che “contiamo di chiudere entro fine maggio, in modo da poter procedere poi, considerati i risultati delle altre forme di consultazione avviate, alla revisione della proposta”.

Nel suo intervento, il sottosegretario ha ripercorso le recenti iniziative che hanno coinvolto il Mise, dal nuovo piano triennale 2019-2021 della ricerca di sistema elettrico (che “nel giro di un mese può essere avviato dopo la valutazione Arera”) al confronto sul decreto per il vehicle-to-grid, fino alle risorse aggiuntive per la mission innovation stanziate nel DL Crescita e all’ecobonus per le auto elettriche, che ha prodotto “un aumento esponenziale dell’immatricolato”.

Crippa si è poi soffermato sul tema della povertà energetica, annunciando che “nei prossimi giorni” saranno convocate al Mise le istituzioni e le autorità per “organizzare le modalità di gestione dell’Osservatorio”.

La collaborazione tra il Mise e il Gse, ha proseguito Crippa, dovrà servire a “risolvere criticità legislative e normative che il Gestore si trova ad applicare”, anche “migliorando la capacità di dialogo e chiarendo le norme”. Nel complesso, l’organismo sarà “uno strumento di supporto fondamentale per le sfide del Pniec”, in particolare per i dati che può fornire per “calibrare gli strumenti di programmazione e incentivazione”. Per Gse “intendo tutta la famiglia” delle società controllate, ha precisato il sottosegretario, augurandosi che “questa divisione interna sia superata”.

L’a.d. del Gse, Roberto Moneta, ha espresso per parte sua il pieno sostegno agli obiettivi di sviluppo sostenibile, ricordando che il Gestore “si sta riorganizzando per dare supporto in modo coerente e corale”. In tal senso, ha detto Moneta durante la tavola rotonda seguita alla presentazione del Rapporto 2018, la principale novità è una nuova direzione ad hoc “che prevede strutture dedicate a imprese, cittadini e PA”.

Il Gestore sta altresì elaborando un “nuovo piano di comunicazione chiaro ed efficace” e “ha avviato la valutazione di uno sviluppo territoriale”, anche attraverso un protocollo con l’Enea per l’apertura di sportelli locali (salutato con soddisfazione da Crippa durante il dibattito).

Alla tavola rotonda sono intervenuti il presidente Arera Stefano Besseghini, L’evp Sostenibilità e Regolazione di Edison Marco Margheri, il presidente di Elettricità Futura Simone Mori, il direttore Infrastructure finance di Cdp Gianluca Gustani, il presidente di Snam Luca Dal Fabbro e il direttore unità Efficienza energetica dell’Enea Ilaria Bertini.

Besseghini ha apprezzato il “tempismo” con cui il Gse ha pubblicato i dati 2018, “perché avere indicatori precisi e aggiornati è il primo prerequisito per la governance della transizione”.

Il presidente Arera ha quindi invitato a “una riflessione” sugli introiti delle aste CO2, che “per il 50% potrebbero contribuire alla riduzione degli oneri generali di sistema”.

Più in generale, Besseghini ha sostenuto che nell’attuare la transizione non si devono perseguire interessi particolari a detrimento di quelli generali, citando i casi delle tariffe di trasporto gas tedesche e francesi: “Bisogna fare in modo che vi sia da parte di tutti i soggetti coinvolti una visione di lungo-termine”.

Del resto, rilevando una scarsa attenzione alla dimensione europea alle recenti audizioni sul Quadro strategico 2019-2021, Besseghini ha ricordando che “il Pniec è quota parte del Pacchetto energia Ue” e deve esserci “coerenza tra la regolazione nazionale e quella europea”.

Da notare in proposito che, come ha reso noto il direttore Studi e Monitoraggio del Gse Luca Benedetti presentando il Rapporto, proprio oggi è tornato a riunirsi a Bruxelles il “Technical working group on national energy and climate plans”, in occasione del quale sono state illustrate tre presentazioni sul Pniec italiano dedicate alle best practice in tema di efficienza, povertà energetica e modellistica.

Margheri ha messo l’accento sull’uscita dal carbone prevista dal Pniec. E se lo stesso Piano prevede che la Penisola resterà uno dei principali mercati del gas Ue (con 60 mld mc al 2030), serviranno ingenti investimenti e una “grande operazione affinché tutte le infrastrutture di cui il Paese ha bisogno abbiano nella PA e nelle comunità locali partner che vadano nella logica generale e non particolare”. Quanto ai target Fer, il manager Edison ritiene che “nel futuro la capacità top-down di decidere quale sarà lo strumento sovrano tenderà a ridursi”. Le aste saranno dunque “centrali”, ma “progressivamente vedremo emergere nuovi modelli di mercato”.

Le Fer, “come dimostra l’esperienza dei Paesi che stanno facendo aste, riducono i costi della bolletta”, ha rilevato Mori, che ha definito l’elettrificazione lo “strumento principe” della transizione ma ha invitato a non mettere in contrapposizione elettrico e gas. Per il presidente di EF “è importante considerare il punto di partenza”, dato che “l’Italia è il Paese più efficiente dell’Ocse dopo il Regno Unito”, ha “sostanzialmente già raggiunto gli obiettivi al 2020” e vanta “un sistema di reti di assoluta avanguardia”. Mori è perciò ottimista sul raggiungimento degli obiettivi del Pniec, ma sarà “indispensabile il capacity market”. Su questo fronte, “dobbiamo lavorare tutti insieme per far approvare le modifiche” al meccanismo al vaglio di Bruxelles perché “non c’è un piano B”. Il Governo, ha evidenziato il presidente di EF, “ha cambiato un elemento secondario rispetto allo schema complessivo” e quindi “non c’è carenza di consultazione”.

Intervenendo alla tavola rotonda, Gustani ha indicato i “tre driver per accelerare lo sviluppo delle infrastrutture” energetiche utilizzati da Cdp: agire da advisor sia finanziario che tecnico per la PA nello sviluppo di nuovi progetti, fare da promotore presentando i progetti alle PA e ampliare i settori di intervento come finanziatori “non soltanto nei trasporti ma sempre più nelle Fer e nell’efficienza”. Su quest’ultimo punto, il direttore Infrastructure finance di Cdp si è detto “disposto a discutere con gli operatori anche di progetti senza incentivi, come Ppa o forme diverse di sviluppo”.

Come il Gse e l’Enea, anche Cdp punta ad espandere la sua presenza sul territorio: “Ieri è stata inaugurata una nuova sede a Verona, seguiranno altre aperture”, ha annunciato Gustani.

Sull’importanza dell’azione a livello locale si è soffermata anche Bertini, spiegando che l’Enea ha avviato un “assessment del Pniec a livello regionale”, al fine di “declinare anche in maniera legata al territorio, a seconda delle caratteristiche, la capacità di recepire gli obiettivi nazionali”. Il direttore dipartimento Efficienza dell’Agenzia ha ricordato poi che l’Enea è impegnata nel territorio nelle attività di supporto, “perché purtroppo la PA, a livello di Regioni e Comuni, manca di personale tecnico”.

Dal Fabbro, infine, ha espresso apprezzamento per la “sempre maggiore collaborazione tra enti e istituzioni dello Stato e grandi imprese: un elemento importante per il futuro” perché “siamo un piccolo Paese e dobbiamo creare sinergie”.

Il presidente di Snam ha quindi avvertito l’esigenza di una “grande stabilità regolatoria che possa permettere ulteriori investimenti”, ad esempio nella mobilità sostenibile e nel biometano che sono “opportunità di crescita per il Paese”.  Se infatti “nel FV non siamo riusciti a creare un produttore, nella bioenergia e nella sostenibilità abbiamo campioni nazionali”.