(ANSA) - NAPOLI, 14 LUG - E' la storia simbolo dell'Universiade. Una storia di sport, solitudine e amicizia, solidarietà e sudore e sorrisi. E' la storia di Anoucka, 22enne studentessa di scienze motorie all'Università di Antananarivo, in Madagascar. La ragazza arriva a Napoli per la sua prima grande gara internazionale, nel salto triplo. Non ha uno staff, solo una compagna di nazionale, che farà tennistavolo. In pista è forte, sulla burocrazia deve lavorarci e così non presenta allo staff il documento di conferma della sua prenotazione alla gara, ma fa amicizia. Sulla nave-villaggio viene adottata dal team del Brasile. "Ero curioso della sua storia - racconta Fernando Roberto De Oliveira, capo allenatore dell'atletica verdeoro - e abbiamo amicizia. Non sapeva che ci fosse lo stadio per gli allenamenti e così l'abbiamo con noi". Il giorno della gara, però Anoucka scopre di non essere iscritta: "Un giudice di gara olandese - racconta De Oliveira - è stato inflessibile.
Senza aver presentato la conferma, niente gara". Anoucka cade in ginocchio e piange: "Ero distrutta - dice ora, ma con un sorriso - non sapevo di dover presentare il documento e sognavo di partecipare a questa festa dell'atletica". I dirigenti brasiliani cercano di convincere il giudice, ma niente, poi l'idea: E se presenta domanda per una gara di domani?. C'era posto nei 100, nei 5000 e nell'eptathlon. Anoucka sa correre e saltare, sceglie l'eptathlon, ma nella vita non ha mai fatto gli ostacoli o lanciato un giavellotto. "I brasiliani sono stati fantastici - racconta - in due giorni mi hanno dato le basi degli sport che non conosco. Al campo mancava un giavellotto da allenamento e così ho imparato tirando l'asticella del salto in alto". Ma alla fine la ragazza va in pista, la prima gara sono i 100 ostacoli, difficilissimi. "E lei finisce la gara - dice orgoglioso De Oliveira - senza far cadere neanche un ostacolo, bravissima". Le gare si susseguono, Anoucka è felice, poi nel salto in lungo arriva un infortunio muscolare alla coscia. "Non avevo un medico nè un fisioterapista, mi ha aiutato Domenico", dice. Già perché intanto la ragazza è stata adottata da tutti, anche da Domenico Ingrosso, ex tecnico federale a Formia.
"Doveva fare gli 800 - ricorda Ingrosso - ma zoppicava. Ho chiesto aiuto a un massaggiatore del Portogallo che in mezz'ora l'ha rimessa in piedi". E così Anoucka corre, finisce la gara, è ultima nell'eptathlon ma è felice. "Non ringrazierò mai abbastanza - dice - i brasiliani e tutti quelli che mi hanno aiutata. Sabato non avevo gare ma sono andata al San Paolo a tifare per loro. Vorrei tanto andare in Brasile a studiare e saltare". Un nuovo sogno, che parte da Napoli. "Appena torniamo in Brasile farò la richiesta all'Università Federale di Lavras, dove lavoro. Si può fare", dice sorridendo De Oliveira. (ANSA).