(ANSA) - NAPOLI, 10 LUG - Per il suo successo di ieri nei 100
metri si sono scomodati perfino il primo ministro indiano
Narendra Modi e il Presidente Ram Nath Kovind, oltre a tanti
colleghi come Sania Mirza, la più forte tennista indiana di
sempre: Dutee Chand, 23 anni, in India non è solo un'atleta tra
le più brave (la prima velocista a vincere una medaglia d'oro
alle Universiadi) ma è un punto di riferimento della comunità
per i diritti gay.
Prima di vincere sulla pista dello stadio San Paolo, infatti,
Dutee ha dovuto combattere per affermare le proprie ragioni in
un'aula di tribunale per ottenere di gareggiare tra le donne.
Questo a causa dell'alto livello di ormoni androgeni nel suo
corpo. Un fenomeno, conosciuto come iperandrogismo, che la
accomuna alla campionessa del mondo degli 800 metri, la
sudafricana Caster Semenya. Ecco perché la sua vittoria
per molte persone va al di là del semplice orgoglio patrio.
Dutee, infatti, ha fatto ricorso al tribunale per ribaltare
la decisione con la quale le era stata imposta una sospensione
dall'attività atletica a causa del suo alto tasso androgino.
E dopo che la Corte Suprema indiana, con una storica
decisione adottata lo scorso anno, ha legittimato le relazioni
tra gay depenalizzando il reato, Chand recentemente ha rivelato
la sua omosessualità divenendo la prima personalità sportiva del
suo Paese di un certo spessore a rivelare il proprio
orientamento sessuale gay. Una scelta coraggiosa non approvata
dalla sua famiglia che l'ha ripudiata.
"Su un campione di 100 persone - spiega all'ANSA - 5/10 sono
gay o lesbiche, ma non ce la fanno a fare coming out, e non sono
capaci di rivelarsi in pubblico temendo di essere discriminati
dalla società. Ecco perché c'ho messo tutte le mie forze e il
mio coraggio per far sentire forte la mia voce ed essere un
esempio per gli altri e spingerli a parlare apertamente di se
stessi".
L'atleta indiana si proclama una grande supporter di Semenya,
che sta ancora combattendo contro le regole della Iaaf che
impongono agli atleti affetti da iperandrogismo impegnati nei
400, e nelle gare del mezzofondo, di abbassare i loro livelli di
testosterone. "Nel 2014 ho combattuto la mia battaglia legale -
ricorda Chand che nel suo curriculum ha anche una partecipazione
ai Giochi Olimpici di Rio 2016 -. Ho avuto il supporto di tanta
gente in tutto il mondo, anche fuori dall'India, per superare
questo problema e concentrarmi sulla mia carriera".
Per Dutee non c'è tempo per festeggiare. Oggi Chand, 167cm di
esplosività, è scesa di nuovo in pista per la batteria dei 200
metri chiudendo seconda a 4 centesimi dalla prima, la messicana
Aguillon Ramos. Ma non sembra crederci troppo.
"Non penso di poter competere per l'oro - dice - il mio
obiettivo erano i 100, la gara principale per me. I 200 vengono
dopo ma sono fiduciosa e combatterò, come in tutte le mie cose,
per raggiungere la finale". (ANSA).