(ANSA) - NAPOLI, 7 LUG - La via della pari dignità sportiva
tra uomini e donne è ancora lunga e piena di ostacoli, "ma il
Canada è sulla buona strada, soprattutto nel rugby dove la
nazionale femminile negli ultimi dieci anni ha raccolto
risultati migliori di quella maschile". Parola di Brooke Bazian
e Laney Aikens, due ventenni canadesi dal fisico minuto e dalla
volontà di ferro, a Napoli con la squadra di rugby a 7.
"Il grande interesse del pubblico e dei media per il recente
Mondiale di calcio femminile - sostiene Brooke, che viene da una
piccola città vicino Vancouver - ha dimostrato che le donne
possono competere al livello degli uomini e suscitare la stessa
attenzione planetaria per i grandi eventi sportivi. Ma c'è
decisamente un'infinità di ostacoli da superare. Ci sono ancora
troppe differenze e non siamo trattate allo stesso modo. Però
possiamo dire che siamo all'inizio di una nuova era".
"Gli sport femminili si sono sviluppati moltissimo negli
ultimi anni, soprattutto da noi in Canada", le fa eco l'amica e
compagna di squadra Laney Aikens, originaria di una cittadina
dello stato del Saskatchewan. Laney, bionda e graziosa, è una
rugbista promettente ed ha appena firmato un contratto da
professionista con la nazionale canadese di rugby a 15.
Prendendo spunto dal motto di Napoli 2019 To Be Unique, Laney si
racconta così: "Quel che c'è di unico nella mia storia è la
dedizione e la quantità di duro lavoro che ho dovuto mettere per
ottenere questi risultati. Non sono la più grande o la più
forte, ma più spingi e sei determinata più lontano riesci ad
arrivare". Aiken compensa le sue caratteristiche fisiche - 1.65
di altezza per 61 kg - con l'aggressività. "Sono molto
aggressiva - dice sorridendo - lo sono sempre stata, fin da
quando ero piccola. Non ho mai paura di farmi sotto e di colpire
duro".
Brooke Bazian è figlia d'arte, sua madre è stata tra le prime
rugbiste canadesi, ha giocato per tre anni nella prima squadra
di rugby femminile a 15 del suo paese. "Ma non ne ho saputo
nulla fino al mio secondo anno di rugby - dice - perché non
voleva influenzarmi. Voleva che trovassi la mia strada da sola.
Ma ora avere il suo supporto è davvero una gran cosa".
E alla fine quando parlano di Napoli e dell'esperienza del
villaggio sulle navi ancorate al porto, la grinta scompare dal
volto delle due ragazze: "Essere qui - dicono all'unisono - è
un'esperienza fantastica e irripetibile". (ANSA).