(ANSA) - NAPOLI, 17 NOV - Una variante del gene BARD1,
coinvolto nell'aiutare le cellule a riparare il DNA quando è
danneggiato, è stata identificata nei pazienti che hanno avuto
inaspettate regressioni tumorali da cancro del colon in corso
dell'infezione da COVID-19. L'osservazione, realizzata grazie
alla collaborazione scientifica tra il Alessandro Ottaiano
(Oncologo dell'Istituto Nazionale Tumori di Napoli), Michele
Caraglia (Professore Ordinario di Biochimica dell'Università
degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli") e un gruppo di
ricercatori e ricercatrici del napoletano Centro Ames,
ìcoordinati dai dottori ìAntonio Fico e ìGiovanni Savarese, è in
pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale
Therapeutic Advances in Medical Oncology.
L'ipotesi, da verificare con ulteriori studi, è che la
variante di BARD1 in questi pazienti, insieme all'infiammazione
generata dal virus, abbia funzionato come un "interruttore" in
grado di rendere il cancro più esposto al riconoscimento da
parte del sistema immunitario, aprendo nuove frontiere di
ricerca e possibilità terapeutiche. Gerry Melino, direttore del
centro ricerche "Torvergata Oncoscience Research", nonché
Professore Ordinario di Biochimica presso la Facoltà di Medicina
e Chirurgia dell'Università di Roma Tor Vergata, accademico dei
Lincei, fondatore di prestigiose riviste internazionali e
direttore di progetti di ricerca presso prestigiose università
straniere, tra cui l'Università di Cambridge, afferma: "Si
realizza in regione Campania un esempio positivo e vero di
comunità scientifica in cui filantropia privata, competenza,
passione e merito si fondono, producendo ricerca libera,
innovativa e apripista. Noi tutti dobbiamo essere grati a questi
ricercatori per il loro impegno e la loro dedizione nel
migliorare la salute delle persone". (ANSA).