(ANSA) - NAPOLI, 26 NOV - Il Cardarelli di Napoli in prima
linea nella lotta alla migrazione sanitaria, stavolta per
rispondere alle esigenze dei pazienti affetti da epatocarcinoma
e da metastasi epatiche che hanno bisogno di sottoporsi al
trattamento di radioembolizzazione. Grazie alle nuove dotazioni
tecnologiche e al lavoro integrato tra l'Unità Operativa
Complessa di Radiologia Interventistica diretta dalla Dottoressa
Raffaella Niola e l'Unità Operativa Complessa di Medicina
Nucleare diretta dalla Dottoressa Mara Catalano, l'Azienda
Ospedaliera si qualifica oggi come unica struttura pubblica in
Campania che eroga il servizio. La radioembolizzazione è
un'opzione terapeutica sempre più richiesta da Epatologi,
Chirurghi epatobiliari e dei trapianti di fegato ed Oncologi
come trattamento dei pazienti in lista d'attesa per trapianto di
fegato (bridge therapy) e nei pazienti con epatocarcinoma
"borderline resectable". «I centri che effettuano questo
trattamento - spiega il Direttore Generale Giuseppe Longo - sono
molto più numerosi nel Nord e Centro Italia. Al Sud sono
presenti esclusivamente in Puglia e Sicilia. Anche per questo
abbiamo scelto di metterci in condizione di erogare il servizio,
offrendo ai cittadini campani e di tutto il Mezzogiorno d'Italia
una valida alternativa». Il trattamento prevede la
somministrazione nei vasi che irrorano la lesione neoplastica di
sfere radioattive marcate con Yttrio 90. Dopo uno studio
preliminare angiografico dell'anatomia vascolare della lesione,
affidato al Radiologo Interventista, il medico di Medicina
Nucleare effettua la somministrazione di macroaggregati di
albumina marcati, che consentiranno dopo uno studio
scintigrafico di rilevare i valori dosimetrici per poi
iniettare, in una seconda fase, le sfere radioattive
nell'arteria che sottende il territorio malato. Queste sfere
hanno il compito di distruggere selettivamente la lesione
cancerosa risparmiando il tessuto sano.
«Questo tipo di terapia - sottolinea il Direttore Sanitario
Giuseppe Russo - è quasi del tutto scevra da significativi
effetti collaterali ed è molto efficace nel controllo della
malattia durante i tempi delle liste d'attesa per trapianto di
fegato».
La selezione dei pazienti idonei a questo trattamento è opera
del GOM dell'epatocarcinoma, di cui fanno parte, oltre alle
U.O.C. di Radiologia Interventistica e Medicina Nucleare,
l'U.O.C. di Chirurgia Epatobiliare e Trapianti di Fegato diretta
dal dottor Giovanni Vennarecci, l'U.O.C. di Epatologia diretta
dal dottor Giovanni Di Costanzo, l'U.O.C. di Oncologia diretta
dal dottor Ferdinando Riccardi e l'U.O.S.D. di Fisica Sanitaria
diretta dalla dottoressa Maria Antonella Di Pasquale coadiuvata
dalla dottoressa Tiziana Capussela.
Già forte di una lunga tradizione di esperienza ed eccellenza
nell'ambito delle malattie epatiche, con questa ulteriore
opzione terapeutica il Cardarelli di Napoli rende ancor più
completa ed efficace la gestione dei pazienti con epatocarcinoma
e metastasi epatiche, accrescendo ulteriormente l'expertise
dell'Azienda, che si candida a diventare centro di riferimento
per l'Italia Meridionale. (ANSA).