(ANSA) - NAPOLI, 28 OTT - E' stato sottoposto a un trapianto
di fegato salvavita, in 24 ore. Nell'Ospedale Cardarelli di
Napoli, un uomo di 45 anni è stato sottoposto all'intervento di
urgenza, dopo la segnalazione della disponibilità di un fegato
dal Ruggi D'Aragona di Salerno. Un intervento avvenuto alle 4
del mattino, dopo che una equipe del Cardarelli, due medici e un
infermiere, si sono recati a Salerno. Per salvare la vita
dell'uomo, al tavolo operatorio si sono alternati 5 chirurghi, 3
anestesisti, 5 infermieri e un epatologo. L'intervento rientra
nella rete tempo dipendente, è legato cioè all'emergenza e
all'urgenza, per la quale non è previsto alcuno stop, che,
invece, riguarda gli interventi programmati.
La disponibilità dell'organo, come spiega Giovanni Vennarecci,
direttore del Reparto Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di
Fegato del Cardarelli, "è arrivata nella notte tra lunedì e
maertedì". Senza perdere tempo - racconta - ci siamo messi in
moro perché di lì a poco avremmo potuto valorizzare quella
donazione restituendo ben più di una speranza al nostro
paziente".
A muoversi dal Cardarelli è stato un team composto da due
chirurghi e un infermiere, un viaggio di andata e ritorno
completato nel giro di qualche ora per accelerare i tempi
d'intervento, avvenuto poi alle 4 del mattino.
"Viviamo un momento molto complicato - evidenzia il direttore
del Dipartimento Trapianti e dell'Unità Operativa Complessa
Terapia Intensiva Fegato (Utif) Ciro Esposito - ma è anche
giusto che i pazienti sappiano che il Cardarelli non ha smesso
di portare avanti la proprio mission. Grazie ai protocolli messi
a punto dalla direzione strategica riusciamo a garantire
percorsi sicuri e quindi degenze sicure".
Per quanto riguarda i trapianti, i primi controlli sono quelli
che vengono fatti sui donatori. L'organo, come previsto dalle
linee guida, viene prelevato da un donatore solo se negativo al
Covid-19. "Siamo ovviamente attenti - dice il direttore
sanitario Giuseppe Russo - al monitoraggio del ricevente, che
viene sottoposto a più livelli di verifica attraverso test
rapidi, tamponi e persino tac al torace. Non possiamo permettere
che il paziente venga in contatto con il Covid, altrimenti la
sua stessa vita sarebbe a rischio".
Accertare che donatore e ricevente siano negativi al contagio
non basta, per questo la Direzione strategica ha implementato le
misure di controllo di tutto l'ambiente circostante, a partire
dalle equipe di medici. Questo ha significato creare una 'bolla'
attorno all'intero Dipartimento Trapianti del Cardarelli. Tutti
gli operatori sanitari, fanno sapere dalla Direzione
dell'ospedale, sono sottoposti con regolarità a test rapidi e,
se necessario, a tamponi molecolari. Un cordone di sicurezza
esteso persino alle donne e agli uomini delle pulizie, per
evitare che un dipendente asintomatico possa inconsapevolmente
introdurre il virus. Attraverso questi protocolli l'attività di
trapianto del Cardarelli prosegue nonostante l'attuale
escalation dei contagi.
"Il Cardarelli si è allineato alle direttive regionali per il
contenimento del virus - sottolinea il direttore generale
Giuseppe Longo - Stiamo facendo uno sforzo enorme, ma questo non
significa che arretriamo sull'attività di emergenza urgenza".
"Il Cardarelli riveste un ruolo centrale in ambito regionale
anche per le reti tempo dipendenti e non abbiamo nessuna
intenzione di ridurre o compromettere quest'attività - conclude
- Sarà determinante riuscire a ridurre la circolazione del
virus, ma il messaggio che deve passare è anche di fiducia nei
confronti di un'azienda ospedaliera che ha adottato tutte le
precauzioni possibili e che non ha intenzione di tagliare
servizi essenziali". (ANSA).