"Ad Acerra ci sono state
più 'resistenze' in questi ultimi 70 anni: quella contro il
nazismo nel '43, quella contro la camorra negli anni '80, e
quella attuale, contro il disastro ambientale, che conta i suoi
martiri tra i giovani ed i bambini morti di tumore. Mi chiedo
quando sarà il 25 aprile di quest'ultima resistenza". Lo ha
detto monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra (Napoli) e
presidente della Conferenza episcopale campana, nel corso di un
convegno organizzato dalla sua diocesi e svoltosi nel chiostro
del Seminario per discutere dell'eventuale quarta linea del
locale termovalorizzatore e del destino della città.
"Oggi - ha aggiunto il presule - il fascismo ad Acerra si
chiama negazionismo. Riprendendo la suggestione della visita di
Mattarella lo scorso 25 aprile, mi convinco sempre più che ad
Acerra ci siano state più resistenze. Quella contro il nazismo
ad ottobre del 1943, che portò a 90 morti. Poi quella degli anni
'80 contro la camorra, con la marcia di don Riboldi, dopo il
documento dei vescovi campani, ad Ottaviano, nella terra di
Raffaele Cutolo, che pure fece tanti morti: quel giorno il
nostro don Riboldi disse 'questo è il nostro 25 aprile, perchè
oggi il fascismo si chiama camorra'. E credo che da qualche anno
sia iniziata la terza resistenza, non più contro il nazismo, non
dico contro la camorra che c'è ancora, ma contro il disastro
ambientale e contro l'accanimento ad Acerra. Questa resistenza -
ha concluso Di Donna - ha avuto e continua ad avere i suoi
martiri, i tanti giovani e ragazzi morti di cancro. Ora mi
chiedo quando sarà il 25 aprile di questa resistenza".
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