Nella presunta vicenda corruttiva
finita sotto la lente della Digos e della Procura di Napoli che
oggi hanno disposto una serie di perquisizioni nei confronti di
Massimo D'Alema, Alessandro Profumo, Giuseppe Giordo e Gherardo
Gardo nell'ambito di un'indagine su presunte irregolarità circa
la compravendita di navi e aerei alla Colombia, figurano
coinvolte una componente italiana e un'altra colombiana.
La "mazzetta" da 80 milioni di euro, sempre secondo gli
inquirenti, doveva essere suddivisa al 50% tra le due parti e ad
occuparsi della spartizione sarebbe dovuto essere uno studio
legale statunitense, il "Robert Allen Law" di Miami, in Florida.
Ma l'affare salta - secondo quanto emerso dalle indagini - per
dissidi sorti proprio in relazione alla spartizione.
A segnalare i professionisti americani, per la Procura e la
Digos di Napoli, sarebbe stato Massimo D'Alema. Allo studio
legale statunitense (in Italia si sarebbero dovuti occupare
dell'affare gli indagati Umberto Bonavita e Gherardo Gardo) era
stata delegata tra l'altro, la predisposizione dei contratti,
delle transazioni, delle ripartizioni e anche della
distribuzione della cospicua somma (gli 80 milioni di euro). Un
lavoro rimasto lettera morta però in quanto, alla fine,
sarebbero sorti dissidi riguardo la suddivisione del denaro tra
le componenti italiana e colombiana.
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