Un muro che servirà ad unire e non
a dividere. E' il ' Muro della gentilezza' presentato oggi a
Napoli all'ingresso del Parco San Laise dove, come nel
collaudato meccanismo di solidarietà, 'Chi può dia, chi non può
prenda'. L'idea, nata in Iran dove per i più poveri si lasciano
attaccati al muro abiti pesanti per affrontare il freddo, è
stata portata nel quartiere di Bagnoli davanti all'ex base
militare dall'associazione 'Nato Lavoratorio'.
"Sono tante le associazioni che si occupano di raccogliere e
dare indumenti a chi ne ha bisogno - spiega la fondatrice Bruna
Manfredonia - ma in questo caso, rendendo anonimi donatore e
ricevente non solo si tutelano entrambi, ma si pone l'attenzione
al gesto del dono spontaneo ed amorevole". Abiti usati, qualche
vecchio giocattolo, pasta, scatolame ed anche panettoni sono i
primi 'doni' lasciati davanti al Muro proprio dagli abitanti del
quartiere che hanno saputo prima dell'iniziativa. "Avevamo
giocattoli e vestiti che i nostri figli non utilizzavano più,
così abbiamo pensato di lasciarli qui; speriamo possano regalare
un sorriso ad altri bambini, meno fortunati dei nostri" spiegano
i primi 'donatori' accorsi. "Ho saputo dell'iniziativa -
commenta sorridendo un altro abitante del quartiere - e così
stamattina ho aggiunto qualcosa alla mia spesa al supermercato
per lasciarla qui".
"Abbiamo subito sostenuto quest'idea - commenta Patriza Stasi,
presidente delle Fondazione Campania Welfare - e voluto che il
Muro della Gentilezza fosse il varco d'accesso simbolico a
questo luogo perché rappresenta ciò che concretamente adesso è
diventato, ovvero uno spazio restituito alla città ed alla
comunità attraverso il sostegno di attività socio-educative per
i bambini, gli adolescenti, i ragazzi del territorio e le loro
famiglie". "La pandemia ha colpito più duramente proprio chi già
era in difficoltà economica e abbiamo constatato che molte
persone in questo periodo si trovano a dover scegliere se
comprare un cappotto per sè o per i propri figli - prosegue la
presidente Stasi - famiglie che magari, prima della pandemia non
avevano queste problemi e che ora stentano ad arrivare a fine
mese".
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