Sono violenze che riaffiorano quando
gioca con gli amichetti, quando parla con gli adulti di cui si
fida, quando il suo sguardo incrocia un utensile da cucina, come
la schiumarola, usato per picchiare lei e suo fratello. Al
processo in corso a Napoli per l'omicidio di Giuseppe, il bimbo
di 7 anni assassinato a colpi di bastone dal patrigno Toni
Badre, le testimonianze in agenda iniziano con lo psicoterapeuta
della casa famiglia dove le due bimbe hanno trovato conforto
dopo la tragedia del 27 gennaio scorso. Il medico è stato
chiamato a testimoniare davanti a terza Corte di Assise
(presidente La Posta) dal pm Paola Izzo che da prossima udienza
(11 dicembre) verrà sostituito dal collega Fabio Sozio. Lo
psicologo ricorda di quando a uno degli educatori, prima di
addormentarsi, la bimba ha raccontato le raccapriccianti scene a
cui è stata costretta ad assistere: "Mi ricordo le botte che
dava (il patrigno) a Giuseppe, così tante che poi sembrava
morto... ma adesso non ci voglio più pensare".
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