Continuano le attività di tutela
e valorizzazione delle eccellenze vitivinicole del territorio.
Dopo le attività svolte sul Magliocco Dolce, l'Ente Camerale di
Cosenza ha ottenuto la tutela di un altro importante vitigno
autoctono. Infatti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 152 del 17/06/2020, il decreto del ministero delle Politiche
agricole alimentari e forestali 9 Giugno 2020 "Modifiche ed
integrazioni al registro nazionale delle varietà di vite" con
cui, la Camera di Commercio di Cosenza, il Centro di Ricerca
Sperimentazione e Formazione in Agricoltura "Basile Caramia", il
Sinagri srl spin-off dell'Uniba, l'Agenzia Regionale per lo
Sviluppo dell'Agricoltura in Calabria-Arsac, il Consorzio Dop
Terre di Cosenza e le associazioni di categoria, nell'ambito
della campagna di tutela e valorizzazione delle produzioni ad
alta valenza territoriale promossa dalla Camera di Commercio di
Cosenza, hanno ottenuto l'iscrizione del "Brettio Nero N."
(codice varietale 906), vitigno autoctono del cosentino,
presente in maniera importante in diverse aree viticole e in
particolare nella zona di Donnici, in cui viene localmente
denominato 'Mantonico Nero'.
"L'iscrizione del vitigno - afferma il presidente della
Camera di commercio, Klaus Algieri - rappresenta il
raggiungimento di un altro importante obiettivo, ai fini della
tutela e riconoscibilità internazionale del nostro territorio,
anche alla luce delle normative comunitarie e nazionali che
prevedono l'iscrizione obbligatoria dei vitigni coltivati negli
Stati membri. In un primo momento l'ente Camerale aveva inteso
iscrivere tale vitigno con il nome originale, ma questo, a causa
della presenza di altri vitigni già iscritti al Registro con
nomi simili, non è stato possibile, considerata anche la
richiesta del MiPAAF di fornire una denominazione alternativa.
Abbiamo così coinvolto tutte le organizzazioni ed associazioni
di categoria giungendo alla comune decisione di richiedere
l'iscrizione di questo prezioso genotipo con il nome di Brettio
Nero, evocativo della millenaria storia vitivinicola dei nostri
luoghi".
Con tale iniziativa l'Ente punta alla piena tutela delle
proprie risorse genetiche anche attraverso l'uso di
denominazioni che rievocano popoli e territori che hanno
un'importante storia vitivinicola come quella dei "Bretti" o
"Bruzi" che nel IV e III sec. a.C. formarono nella Calabria
settentrionale e centrale una confederazione più volte ostile ai
Romani. La successiva riorganizzazione romana del territorio
affermò per l'intera regione una concezione geografica unitaria,
con la denominazione Bruttii (usata sempre al plurale); limite
settentrionale fu considerato il corso del fiume Lao, verso il
Tirreno, e quelli del Sybaris (Coscile) e del Crati, verso lo
Ionio (così in Plinio). Il termine Bruzio (al singolare) è di
formazione umanistica e di uso solo moderno. Ciò considerato il
nome di Brettio Nero, permetterà a tutti noi di ricordarci della
nostra storia, consentendoci, inoltre, di portare il cosentino
nel mondo attraverso una bottiglia di vino e di essere distinti
in un mercato vitivinicolo ormai globalizzato.
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