L'azienda svizzera Meyer Burger
Technology mira a rilanciare la produzione di pannelli
fotovoltaici della cosiddetta Solar valley, in Germania, con
l'acquisto di asset solari a basso prezzo. La società ha
acquistato attrezzatura e brevetti da Solarworld, dopo il suo
fallimento, e ha affittato uno stabilimento a sud di Berlino per
costruire moduli fotovoltaici.
"Credo che sia un problema che il mondo lasci la produzione
di pannelli solari alla Cina", ha dichiarato a Bloomberg il ceo
di Meyer Burger, Gunter Erfurt, che in passato è stato managing
director di Solarworld. Erfurt ha raccolto fondi per 165 milioni
di franchi svizzeri (circa 153 milioni di euro) per riavviare la
produzione solare con l'obiettivo di coprire almeno un terzo
della nuova domanda europea di pannelli entro cinque anni.
L'acquisto degli asset di Solarworld, una società che nel
2007 aveva raggiunto un valore di mercato di circa 4,6 miliardi
di euro, è costato appena 12 milioni. Ora Meyer Burger punta a
ridurre i vantaggi competitivi della Cina e affermare una
superiorità tecnologica grazie agli ingegneri della Germania
Est, che sarebbero, per Erfurt, "più convenienti che a
Shanghai".
Per competere con i moduli cinesi da 16 centesimi di euro a
watt, i pannelli europei dovranno essere "davvero molto
economici" osserva la responsabile dell'analisi sull'energia
solare di BloombergNEF, Jenny Chase, che sottolinea come sia
"incredibilmente difficile fare soldi con l'industria solare".
Ma a rafforzare le speranze di Erfurt c'è la crescita delle
installazioni di impianti a energia solare nell'Unione europea,
che sono più che raddoppiate nel 2019 rispetto all'anno
precedente fino a 16,7 gigawatt e sono previste ancora in forte
incremento per raggiungere gli obiettivi fissati dall'Ue per il
2030.
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