Dall'impianto eolico off-shore di
Taranto, in costruzione dopo 12 anni, a quello di Rimini
ostaggio dei comitati, alla proposta di legge in Veneto per
limitare il fotovoltaico in aree agricole, alle moratorie di
Abruzzo, Lazio e Calabria: sono 20 i luoghi simbolo scelti da
Legambiente per denunciare come in Italia le fonti rinnovabili
siano "ferme al palo a causa di burocrazia, amministrazioni
locali e regionali, Sovrintendenze e comitati Nimby (non nel mio
giardino) e Nimto (non nel mio mandato)".
"Il rincaro bollette non si risolve attraverso una insensata
corsa al gas e al nucleare, ma puntando su fonti pulite,
efficienza e autoproduzione. Se anche solo il 50% delle
rinnovabili oggi sulla carta venisse realizzato, l'Italia
avrebbe anche già raggiunto gli obiettivi climatici europei",
spiega l'associazione ambientalista nel nuovo rapporto 'Scacco
Matto alle rinnovabili', in cui raccoglie venti storie simbolo
di blocchi alle fonti pulite, dal Nord al Sud Italia. Si va ad
esempio dal Veneto dove il consiglio regionale ha proposto una
legge per limitare il fotovoltaico in aree agricole, ai casi
dell'eolico offshore di Rimini (contrastato da un'imponente
azione dei comitati che ha portato ad un ridimensionamento
dell'opera), Taranto (partito dopo 12 anni di opposizioni delle
amministrazioni locali), Sicilia (ostacolato anche dal settore
ittico) e Sardegna (Sulcis). Tra le 20 storie censite da
Legambiente, ci sono anche i casi delle moratorie di Abruzzo,
Lazio e Calabria, che hanno sospeso le installazioni di impianti
fotovoltaici ed eolici.
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