Gli investimenti finanziari green e
responsabili piacciono agli italiani: quasi due su tre conoscono
gli strumenti Esg (Environmental, Social, Governance) basati su
criteri di investimento responsabile e il 52% sarebbe
interessato a mettrci i soldi. Ma il green deve essere autentico
e certificato. E' quanto emerge dal Rapporto «Gli italiani e la
finanza sostenibile, per andare oltre la pandemia», realizzato
dal Censis, in collaborazione con Assogestioni, presentato oggi
al Salone del Risparmio di Milano.
Anche per i consulenti finanziari gli investimenti responsabili
attirano più di prima. Secondo l'82,4% la clientela è molto o
abbastanza interessata ai prodotti Esg, il 76,9% nota una
maggiore attenzione rispetto al periodo pre Covid-19 e il 68,3%
li propone con più frequenza. Investire in modo responsabile,
per la maggioranza degli italiani, significa soprattutto
tutelare l'ambiente: per poco più della metà degli intervistati
(il 62,9% tra i più benestanti) il criterio ambientale si
conferma come il più importante, mentre solo il 26,2% indica il
sociale e il 21,7% la governance. Ancora più netta è la
prospettiva dei consulenti finanziari: per il 90,7% l'ambito Esg
più attrattivo per la clientela è quello ambientale. Gli
italiani temono però il green washing. Per l'84,6% servono
regole condivise a livello europeo e strumenti come l'adozione
di marchi ‒ ad esempio un bollino ‒ con cui gli investitori
possano identificare i prodotti finanziari green. Per ampliare
la diffusione dei prodotti Esg tra gli investitori, l'81,2%
degli italiani è favorevole all'introduzione di agevolazioni e
incentivi
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