"Viviamo non una pandemia ma una
sindemia. Occorre agire sulla crisi economica e ambientale,
altrimenti c'è il rischio concreto di una nuova emergenza tra un
decennio". Così Stefano Zamagni, economista della John Hopkins
University e presidente della Pontificia accademia delle scienze
sociali, a proposito del rapporto tra crisi ecologica e pandemia
nel corso della lectio magistralis tenuta oggi nell'ambito di
Circonomia, il Festival nazionale dell'economia circolare, in
corso ad Alba in Piemonte. Una sindemia che sintetizza tre
emergenze - spiega - "quella ovviamente di natura sanitaria, una
derivante dal mutamento climatico che causa deforestazione e il
cosiddetto spillover; e un'emergenza socio-economica, acuita
dalla diseguaglianza a livello mondiale".
"Sarebbe utopico voler far fronte alla situazione agendo solo
sul lato della salute, in quanto si agisce quando i buoi sono
già scappati - osserva Zamagni - come insegna Papa Francesco
nella Laudato Si bisogna collegare l'impegno contro la crisi
ambientale a quello contro le diseguaglianze. Perché è molto
probabile che tra 9 o 10 anni scoppierà un'altra pandemia, e non
possiamo assolutamente correre il rischio di rivivere la
situazione attuale".
Secondo Zamagni per l'economia circolare occorre "lo sviluppo
umano integrale. Non è questione di parole una cosa è la
semplice crescita, altro è sviluppo. Dobbiamo cambiare a livello
di società civile. Bisogna agire sui modelli culturali. Non
bisogna consumare meno, ma consumare di più cose che non
inquinano".
"La transizione ecologica non sarà un passaggio istantaneo -
conclude - la reazione alle parole del ministro Cingolani e
l'annuncio dell'aumento delle bollette energetiche possono
costituire un esempio di quello che ci aspetta se non ci saranno
misure di accompagnamento lungo il processo di transizione".
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