L'aumento della povertà, registrato
dall'inizio della pandemia, sta assumendo aspetti preoccupanti a
diversi livelli. Tra i bisogni primari espressi dalle famiglie
più fragili, oltre al necessario per mangiare, c'è anche quello
di un alloggio garantito. La precarietà abitativa, fenomeno già
presente in tempi ordinari, sta negli ultimi mesi diventando una
vera e propria minaccia per molti nuclei familiari, a partire
dagli anziani (soprattutto quelli che vivono da soli), dalle
persone con disabilità e, più in generale, da quelle che sono al
di sotto della soglia di povertà. Il progetto "Riparto da Casa"
- che ha come sottotitoli emblematici "Torno a Casa" - "Resto a
Casa", per indicare le diverse modalità con cui si sviluppa -,
promosso dal Sant'Egidio, ha l'obiettivo di rispondere ad alcune
di queste necessità, individuate a partire dalla rete di
solidarietà costruita in questi anni dalla Comunità a favore
delle fragilità presenti nella società italiana. Un primo,
significativo, sostegno all'iniziativa è già arrivato da Carlo
De Benedetti con lo stanziamento di un milione di euro.
L'ingegnere fa sapere come, con questa donazione, intenda "non
solo offrire un contributo economico, ma anche proporre un
modello di aiuto sostenibile, in modo che si diffonda in tutto
il mondo imprenditoriale italiano la necessità di aiutare, in
questo momento particolarmente difficile per il paese, le fasce
più povere della popolazione".
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