(ANSA) - PESCASSEROLI, 03 NOV - Nove specie di 'macrofite',
tra piante acquatiche, muschi sommersi e alghe di grandi
dimensioni, sono state individuate nel corso del campionamento,
a varie profondità, dei fondali del Lago di Barrea, nel Parco
nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, attività svolta in estate
dai botanici delle Università della Tuscia e della Basilicata
che stanno realizzando la nuova carta degli Habitat del Parco
protetti dalle Direttive Europee. A dimostrazione che, come
spesso accade per i bacini idrici artificiali, il Lago, che nel
1952 ha modificato una parte del territorio trasformando un'area
agricola intensamente coltivata in un invaso artificiale, ha
apportato all'ambiente cambiamenti positivi per la natura. "E'
un risultato sorprendente - dice Leonardo Rosati, docente di
Botanica all'Università della Basilicata - Ci aspettavamo di
trovare quasi solo fango. Tra i 2 e i 4 metri di profondità ci
sono vere praterie sommerse dell'alga Chara vulgaris, tutelata
dalla Direttiva Habitat dell'Unione Europea".
Molte di queste piante non erano mai state menzionate per il
Lago di Barrea negli studi precedenti sulla flora del Parco e in
molti laghi artificiali appenninici non sono proprio presenti; i
ricercatori ritengono che lo sviluppo di questa vegetazione nel
Lago sia un processo recentissimo e tuttora in corso. Moltissime
sono, inoltre, le specie di uccelli che hanno fatto del Lago di
Barrea una tappa delle loro migrazioni o un luogo sicuro per
nidificare. Dal 1977 il Lago è riconosciuto come zona umida
d'importanza internazionale, inserito nell'elenco della
Convenzione di Ramsar che tutela le aree palustri del mondo.
Quattro anni fa, il Parco ha avviato una collaborazione con
Enel, gestore della diga di Barrea e dell'invaso, per modificare
la fluttuazione delle acque del bacino, con l'obiettivo di
migliorare i livelli di biodiversità del lago e il funzionamento
dei suoi ecosistemi. Le grandi fluttuazioni del livello
dell'acqua, tipiche dei laghi artificiali, impediscono quasi
sempre lo sviluppo di 'macrofite', vegetazione acquatica formata
da grandi alghe e da piante sommerse o galleggianti, peraltro
tassello fondamentale per il buon funzionamento degli ecosistemi
dei laghi, importantissimi per la biodiversità e minacciati da
attività umane e cambiamenti climatici. Le piante acquatiche,
molto sensibili all'inquinamento, sono anche validissimi
indicatori della salute di un lago.
Con l'accordo tra Parco ed Enel, negli ultimi 4 anni le
variazioni di livello del lago sono state ridotte entro un
massimo di 7 metri; l'abbassamento del livello avviene solo in
autunno e mai al di sotto di un livello concordato, per
assicurare il mantenimento dell'habitat. "Con molta probabilità
questa ricchezza di specie è collegata alle nuove modalità di
gestione del livello dell'acqua, richieste dal Parco e
concordate con l'Enel" ipotizza Goffredo Filibeck, botanico
dell'Università della Tuscia che coordina il rilevamento degli
Habitat del Parco. Lo stato di salute di queste comunità
vegetali continuerà ad essere monitorato attraverso indagini
mirate a capire l'evoluzione della biodiversità nel bacino
artificiale. (ANSA).