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Riello, fumata nera da incontro in Confindustria Pescara

Riello, fumata nera da incontro in Confindustria Pescara

Azienda ribadisce decisione chiusura stabilimento Cepagatti

PESCARA, 22 settembre 2021, 13:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Questa mattina le rappresentanze sindacali dei lavoratori della Riello di Villanova di Cepagatti hanno incontrato presso la sede di Confindustria la proprietà dell'azienda che ha annunciato la chiusura dello stabilimento e la delocalizzazione della produzione di caldaie industriali.
    Sono 71 i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. Al termine dell'incontro Alessandra Tersigni,segretario Fiom Cgil, ha spiegato che "non ci sono purtroppo novità sostanziali. Abbiamo replicato il tavolo regionale con l'azienda che ha ribadito la sua volontà e noi d'altro canto riconfermato la nostra contrarietà all'azione della Riello a cui abbiamo chiesto il ritiro della procedura di licenziamento. Ancora oggi c'è stato un muro contro muro con l'azienda che ci ha invitato a valutare anche altre strade ma noi non vediamo altre strade perché se c'è una procedura che è già arrivata a metà e conosciamo bene quali sono le possibilità. Noi ribadiamo la richiesta del ritiro dei licenziamenti e non firmeremo mai per la chiusura delle aziende che anzi devono restare aperte nel nostro territorio e quindi aspettiamo l'incontro al Mise sperando che arrivi il più presto possibile. Avremo anche un incontro nei prossimi giorni con il ministro del Lavoro, c'è la lettera inviata dal presidente della Regione Marsilio al Governo, ma a parte questi segnali non abbiamo ancora le risposte che aspettiamo. Domani faremo una manifestazione in Piazza della Rinascita perché questa vertenza è di Pescara e chiediamo alla politica di avere delle risposte concrete".
    Riccardo Nunziato Uilm Chieti-Pescara ha sottolineato che "aspettiamo il Mise e da lì inizieranno le vere trattative con l'azienda che sul tavolo del Ministero dovrà dire cosa vorrà fare. È stato un fulmine a ciel sereno quanto accaduto con la comunicazione della decisione dell'azienda di delocalizzare considerando che la produzione andava a gonfie vele".
   

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