Ci sarebbe la tradizionale
uccisione del maiale all'origine di numerosi contagi che si sono
registrati nelle ultime settimane in Abruzzo. L'usanza, ancora
in voga, nei paesi viene considerata una sorta di festa e
prevede la partecipazione di persone esterne al nucleo
familiare. Sono stati proprio eventi di questi tipo, è stato
ricostruito, a generare l'imponente focolaio di Pizzoferrato,
paesino del Chietino, a 1.200 metri di altitudine, sulla
Maiella, dove sono stati accertati oltre 70 casi tra i circa
mille abitanti. Proprio per questo l'assessore regionale alla
Salute, Nicoletta Verì, dice che "bisogna assolutamente evitare
i momenti conviviali".
Lì, nei giorni scorsi, il sindaco, Palmerino Fagnilli, ha
firmato un'ordinanza in cui si impone di "limitare la presenza
di persone non conviventi alle stringenti necessità e comunque
nei limiti imposti dalle disposizioni vigenti". Da domani, per
effetto di un'ordinanza del governatore Marco Marsilio, il
paesino sarà blindato: divieto di entrare e uscire dal
territorio, mentre è in corso lo screening massivo della Asl.
Tra i fattori che hanno portato l'Abruzzo a finire in zona
arancione da domenica, tra l'altro, oltre all'indice Rt a 1,12,
c'è l'aumento dei focolai, che stanno crescendo. "In alcune
aree, come Pizzoferrato - dice all'ANSA l'assessore Verì -
nell'ambito del tracciamento dei contatti è emerso che
all'origine dei contagi ci sono feste ed eventi tipici della
tradizione abruzzese".
"Si tratta di eventi considerati belli e importanti per la
nostra tradizione - sottolinea - ma che rappresentano momenti di
aggregazione. In questo momento vanno completamente abbandonati
perché fanno aumentare in modo esponenziale i contagi. Bisogna
assolutamente evitare i momenti conviviali", conclude Verì.
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