Dopo anni di indagini la Procura
della Repubblica dell'Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per
i vertici della Toto Holding e della controllata Strada dei
Parchi Spa, concessionaria delle autostrade laziali ed abruzzesi
A24 e A25, nell'ambito della inchiesta sullo stato strutturale
dei viadotti ricadenti nel territorio aquilano: secondo i pm ed
i carabinieri del Comando provinciale dell'Aquila, 9 dei 25
viadotti che insistono in quel tratto, sarebbero stati a rischio
crollo. In alcune di queste infrastrutture negli anni scorsi si
sono verificati distacchi di parti di impalcato, oltre ad essere
visibili materiali ferrosi. La prima udienza davanti al Gup
prevista per domani, secondo quanto si è appreso da fonti
giudiziarie, è saltata per la improvvisa indisponibilità di un
giudice. Parallelamente alla vicenda giudiziaria, emerge che gli
interventi che figurano nella inchiesta come omissioni, sono
stati portati a termine: ad esempio, è stato risolto il
fenomeno dello scalinamento, inoltre, sono in fase di
completamento opere per 192 milioni di euro stanziati dal
Ministero per le Infrastrutture e Trasporti dopo il tragico
crollo del ponte Morandi a Genova dell'agosto 2018. La richiesta
della Procura aquilana è arrivata al termine di una lunga
indagine scattata nei mesi successivi alla tragedia, anche su
esposti delle associazioni ambientaliste, in particolare il
Forum H2O, da sempre critiche con la gestione di Sdp. Sono
quattro le persone iscritte sul registro degli indagati: il
patron della Toto, Carlo Toto, attualmente consigliere di
amministrazione della omonima Holding, Cesare Ramadori,
all'epoca dei fatti amministratore delegato di Sdp, della quale
oggi è presidente, Igino Lai, responsabile esercizio di Sdp, e
Gianfranco Rapposelli, amministratore delegato di
Infraengineering, altra società del gruppo, specializzata nella
progettazione. Le accuse a vario titolo sono di inadempienza
nelle pubbliche forniture, frode nelle pubbliche nelle attentato
alla sicurezza dei trasporti. Nel mirino della magistratura
anche la natura dei lavori, ordinari quindi con la copertura del
concessionario, o straordinari, con la responsabilità dello
Stato. Sdp ha sempre sostenuto di aver agito sempre nel pieno
rispetto di contratti e convenzioni, garantendo la sicurezza
tanto che nessuna Autorità ha mai emesso provvedimenti di
chiusura, come invece accaduto per altre realtà.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA