Rispetto e partecipata
commozione per ricordare un patrimonio di sofferenze non solo
familiari, ma di un'intera comunità che ancora oggi tiene
tenacemente viva la memoria di quella tragedia. A
sessantaquattro anni dal disastroso incendio della miniera di
carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle in Belgio, in cui
persero la vita 262 minatori, di cui 136 erano italiani - di cui
23 di Manoppello per questo considerata "Città Martire" - il
Comune ha commemorato, le vittime di Marcinelle con un evento
pubblico che ha visto la partecipazione del Prefetto di Pescara
Giancarlo Di Vincenzo, del Presidente della Regione Marco
Marsilio, del Senatore Luciano D'Alfonso, del vicepresidente del
Consiglio Regionale Domenico Pettinari, del consigliere
regionale Guerino Testa, del Presidente della Provincia Antonio
Zaffiri.
La cerimonia ospitata nella piazza intitolata ai Caduti di
Marcinelle, tra immagini storiche, foto d'archivio, prime pagine
degli giornali dell'epoca e cimeli si è aperta con la
deposizione di una corona d'alloro al monumento in memoria delle
vittime del Bois du Cazier, seguita da una preghiera e dalla
lettura dei nomi delle vittime abruzzesi di Marcinelle. A
ricordare quanti persero la vita nelle viscere della terra
mentre facevano il proprio lavoro, la voce di un ragazzo di
Manoppello, come simbolo di memoria viva che si trasmette,
diventando futuro se affidata ai più giovani. Accanto a lui, ci
sono mogli, figli, nipoti dei morti di Marcinelle.
"Non è superfluo ricordare ð- ha spiegato il sindaco Giorgio
De Luca - quanto Marcinelle appartenga al nostro vissuto di
comunità. A 64 anni da quella che è comunemente riconosciuta
come la catastrofe per antonomasia degli italiani all'estero
siamo, ancora oggi, e come ogni anno trascorso da allora, a
commemorare le vittime. Non fu la prima né l'ultima tragedia sul
lavoro, ma rappresenta uno dei tasselli più dolorosi del
variegato mosaico della migrazione italiana nel mondo".
"Tutto quello che faremo - ha detto il presidente della
Regione Marco Marsilio, ricordando come le storie di migrazione
appartengano al vissuto di ciascuno - non sarà mai sufficiente
per commemorare Marcinelle e ricordare quelle storie di fame e
miseria, ma anche di grande dignità. Oggi celebriamo con
devozione le vittime di un disastro nazionale, ma, nel contempo,
dobbiamo consegnarne ai giovani gli insegnamenti quale
patrimonio imprescindibile delle nuove generazioni che non
devono dimenticare cosa accadde in quegli anni in cui la vita
degli italiani valeva meno del carbone".
"Siamo in questa piazza dedicata ai Caduti di Marcinelle per
fare un esercizio di memoria e civiltà - ha detto il senatore
Luciano D'Alfonso - per continuare a trasmettere una grande
eredità che passa per temi importanti a partire dalla sicurezza
sul lavoro. Dobbiamo coltivare l'albero della memoria che ha
radici profonde ma che è capace di guardare al cielo. Un albero
carico di sangue e di dolore che però ci dice di tenere sempre
accesa la fiammella del ricordo, per non dimenticare cosa è
accaduto 64 anni fa".
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