Il ministero, dopo che nel 2011
erano stati recuperati 50 milioni di euro dai fondi per il
terremoto, tenne una gara d'appalto per la bonifica e messa in
sicurezza delle aree 2A e 2B. L'appalto, nel febbraio del 2018,
fu aggiudicato ad un consorzio di ditte, "e il committente entro
60 giorni avrebbe dovuto firmare l'affidamento dei lavori -
ricorda Lagatta - ma il ministero non lo fece, sostenendo che
rischiava la mancata restituzione dei soldi da parte
dell'azienda che aveva inquinato". Nel frattempo la Provincia
di Pescara individuò Edison come responsabile dell'inquinamento,
ma l'azienda fece ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di
Stato, uscendo sconfitta in entrambi le occasioni. "Dopo la
sentenza del Conisglio di Stato, poco più di un mese fa, non
c'erano più ostacoli ed io ho inviato una diffida al ministero
affinché procedesse - osserva il sindaco -. Il 28 aprile il
ministero ha ordinato ad Edison di mettere in sicurezza e
bonificare il sito entro 30 giorni, ma ha anche concesso alla
società la possibilità di presentare un progetto alternativo".
Il sindaco aggiunge che "il 7 maggio Edison ha chiesto di
compiere un sopralluogo nelle aree interessate dalla bonifica,
poiché intenderebbe mettere un telone sul terreno inquinato e
questo significa non ha alcuna intenzione di presentare un
progetto di bonifica". Poi, negli ultimi giorni, Poi, negli
ultimi giorni, la comunicazione del ministero. "Annullare la
gara d'appalto - conclude Lagatta - sarebbe gravissimo".
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