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Fase 2: Ordini infermieri Abruzzo, Regione non ci considera

Fase 2

Fase 2: Ordini infermieri Abruzzo, Regione non ci considera

Denuncia 4 presidenti bicentenario fondatrice professione

L'AQUILA, 12 maggio 2020, 15:00

Redazione ANSA

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"Ad oltre un anno dall'insediamento del Governo regionale nonostante le buone intenzioni, tutti gli impegni presi rispetto al coinvolgimento dei professionisti infermieri sono svaniti nel nulla. Negli ultimi mesi, proprio in piena pandemia, quando è stato chiesto il massimo agli infermieri, abbiamo avuto maggiore contezza della poca considerazione che la Regione ci ha riservato". È la denuncia formulata in una nota dai quattro presidenti degli Ordini provinciali delle Professioni Infermieristiche, di Chieti, Giancarlo Cicolini, dell'Aquila, Maria Luisa Ianni, di Pescara, Irene Rosini, e di Teramo, Cristian Pediconi, in occasione del bicentenario dalla nascita di Florence Nightingale, la fondatrice dell'infermieristica moderna. I quattro presidenti ringraziano gli 11.000 infermieri abruzzesi "per quanto stanno facendo in questo periodo critico per il SSN e per i nostri cittadini" e ricordano "alla Regione che la sanità senza infermieri non funziona". Ad esempio, si legge ancora nella nota "non c'è stato nessun coinvolgimento diretto della professione durante la gestione della pandemia - per l'implementazione delle USCA - dove si assumono medici ma vengono utilizzati gli infermieri che già operano nel Sistema sanitario regionale comparandoli ad altri profili (autisti ed oss), e per quali prestazioni? - per la Regione forse esistono solo alcune professioni?. La salute dei nostri cittadini può essere tutelata solo attraverso una proattiva sinergia tra tutti gli attori, tutti devono fare la propria parte, tutti i professionisti possono dare il loro contributo, questa pandemia lo sta dimostrando - gli infermieri sono stati, sono e resteranno tra gli attori principali". Gli Ordini professionali ricordano le proposte rimaste inevase: uniformare e far applicare le linee guida degli atti aziendali previsti in tutte le quattro province; revisionare il documento regionale per la determinazione del fabbisogno del personale sanitario; revisione del modello dell'assistenza domiciliare "dove la nostra regione è deficitaria, ha annunciato l'implementazione degli infermieri di famiglia/comunità (previsto dal patto della salute) ma, ad oggi, ancora niente, come anche per gli ospedali di comunità a gestione infermieristica"; attivazione del tavolo tecnico permanente in assessorato con la presenza degli infermieri in fase di programmazione sanitaria.
   

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