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Montagna: Cai L'Aquila, nostre sono difficili e faticose

Montagna

Montagna: Cai L'Aquila, nostre sono difficili e faticose

Brancadoro, turismo mordi&fuggi impreparato, abruzzesi invece ok

L'Aquila, 22 novembre 2019, 11:05

Redazione ANSA

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''Ho visto gente a Prati di Tivo con gli infradito, ossia cose che voi umani...''. Utilizza la storica metafora di Blade Runner Vincenzo Brancadoro, presidente del Cai dell'Aquila, nel commentare gli sconcertanti dati del Cnsas sui soccorsi effettuati nelle montagne abruzzesi durante il periodo estivo con aumenti del 35%.
    ''Questi dati vanno intersecati con quelli sulle presenze turistiche che credo vedano un calo nella stessa area, ma è evidente che l'aumentato flusso mordi e fuggi non corrisponde ad aumento della qualità delle presenze in montagna - chiarisce Brancador - paradossalmente aumentano i negozi di attrezzature ma questo non va di pari passo con la conoscenza della difficoltà di andare in montagna. Le nostre montagne sono faticose, difficili e a volte lunghe, e bisogna dirlo chiaramente: richiedono preparazione. E invece c'è gente con problemi cardiaci che va sul Corno Grande'. Nello stesso tempo non possiamo mettere i tornelli ai sentieri perchè non è giusto.
    Ecco perchè consigliamo di seguire i corsi Cai, perchè è bene che gli utenti della montagna siano consapevoli e invece viviamo in una società che mangia tutto...'.
    Non per presunto sciovinismo, ma Brancadoro tese le lodi dell'abruzzese in montagna contrapposto al turista di passaggio.
    ''Ho dovuto soccorrere anche altoatesini di Bolzano sul GranSasso colpiti dal repentino cambio di clima... ma in generale l'abruzzese è meglio strutturato: perchè specie quelli delle aree interne hanno un retaggio, un timore reverenziale nei confronti della montagna assoluto. La conoscono bene...''.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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