Questa mattina
Manoppello si è fermata, come succede da 63 anni, per ricordare
le vittime di Marcinelle. Dei 136 morti italiani, 62 erano
abruzzesi e ben 22 erano nati nel centro del pescarese,
principale crocevia dell'immigrazione in Belgio per lavorare
nelle miniere in quel difficile dopoguerra. Manoppello, alle
falde della Maiella in Val Pescara, era luogo di miniere di
bitume ed altro dal secolo precedente.
Le celebrazioni organizzate dalla associazione 'Marcinelle
per non dimenticare' sono iniziate ieri sera in piazza
Marcinelle con lo spettacolo teatrale 'Facce nere di oggi e
domani. Dall'altra parte del cuore' che ha raccontato il dramma
dell'immigrazione italiana, e sono il culmine di altre
iniziative che hanno preceduto l'8 agosto. Tra queste per
esempio un monumento- la pietra commemorativa in ricordo delle
donne vittime del lavoro in miniera, inaugurato il 29 giugno.
Oggi oltre alle cerimonie alla Basilica del Volto Santo e al
cimitero, il programma prosegue con la targa ad un minatore
reduce dal Belgio, Urbano Ciacci, e in serata un oratorio,'La
catàstrofa', ispirato al libro Oratorio per Marcinelle di Paolo
Di Stefano, appositamente scritto da Etta Scollo.
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